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Venerdì 03 MAGGIO 2013
Sport e salute. La campagna di Alt. A scuola con la bici

In 8 settimane migliorano del 50% i parametri di valutazione del rischio vascolare quali pressione, peso, glicemia e colesterolo. E' quanto emerso da uno studio danese presentato dall'Associazione per la lotta alla trombosi nell'ambito di un'iniziativa di promozione della bici come mezzo sostenibile.

In Italia 1 bambino su 3 è in sovrappeso e solo 12 bambini su 100 fanno attività fisica tutti i giorni. Eppure, basterebbe andare a scuola camminando o in bicicletta tutti i giorni per veder migliorare in modo significativo i parametri cardiometabolici nei bambini, e ridurre i fattori di rischio per le malattie da trombosi. A ricordarlo è l'Associazione per la lotta alla trombosi (Alt), nell'ambito della campagna 'Questa è scienza. Questo è buonsenso', per promuovere la bicicletta come mezzo sostenibile.

La conferma arriva da uno studio scientifico condotto in Danimarca su 43 bambini delle scuole elementari che non utilizzavano abitualmente la bicicletta per andare a scuola. I bambini sono stati divisi in due gruppi: 20 hanno continuato ad andare a scuola con i mezzi abituali, e 23 hanno iniziato ad andarci in bicicletta. In 8 settimane i bambini che hanno cominciato ad usare la bicicletta hanno avuto un miglioramento del 50% dei parametri di valutazione del rischio vascolare quali pressione, peso, glicemia e colesterolo. ''Questo studio per la prima volta ha documentato in modo scientifico che l'uso della bicicletta comporta un miglioramento significativo dei parametri cardiometabolici nei bambini - ha spiegato Lidia Rota Vender, presidente di Alt - andare a scuola camminando o pedalando potrebbe risultare una soluzione semplice ma efficace ai fattori di rischio per le malattie da trombosi. La migliore medicina è un'attività fisica abituale, che non richiede investimenti di tempo e che potrebbe essere svolta da quasi tutta la popolazione, anche dai più pigri''.

Ogni anno l'Europa spende 196 miliardi di euro per infarto, ictus cerebrale, embolia, trombosi venose e arteriose. Il 54% per costi diretti legati alla cura di queste malattie, ricoveri in ospedale, esami e farmaci, e il 46% per i costi indiretti, da mancata produttività e spese sostenute dalle famiglie per l'assistenza ai malati.
 

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