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Mercoledì 15 MAGGIO 2013
Il Chronic care model? Un modello di assistenza che migliora le cure per tutti

Il modello dovrebbe essere attuato nella sua interezza, in quanto i suoi componenti hanno effetti sinergici, e il tutto è maggiore della semplice somma delle singole parti. Un’evidenza segnalata anche dall’organizzazione “Pan American health organization” che ha pubblicato un rapporto sulla diffusione del Ccm in America.

Il Chronic Care Model dovrebbe essere attuato nella sua interezza, in quanto i suoi componenti hanno effetti sinergici,e il tutto è maggiore della semplice somma delle singole parti. Nessun componente preso isolatamente è in grado di garantire risultati soddisfacenti.
 
Al contrario sono pacchetti di interventi multidimensionali,incorporanti caratteristiche diverse e distinte del CCM, a risultare più efficaci. Il risultato finale è una interazione produttiva tra un team di operatori  ben preparati e un paziente attivo e ricettivo.
 
Il paziente, tuttavia, rimane il principale protagonista e soltanto garantendo a tale soggetto la centralità del percorso di cura, il CCM può essere in grado di conseguire risultati di salute significativi.
 
Un'assistenza di qualità centrata sul paziente, proattiva, continua e basata sull'evidenza, è inoltre in grado di garantire significativi benefici a tutti i pazienti, indipendentemente dalla natura di trasmissibilità o no delle  condizioni cliniche di cui risultano affetti.
La popolazione target per un’assistenza di tipo continuativo è una quota ampia e crescente degli adulti con patologie  croniche accertate, non ancora diagnosticate o alto rischio di loro incidenza.
 
Questa stessa  popolazione è inoltre esposta a rischi di diverse malattie trasmissibili. L'applicazione del Chronic Care Model si traduce nell implementazione di  un’assistenza integrata di alta qualità e basata sulle migliori  prove di efficacia. E questo significa migliorare la cura per tutti, e non solo per quelli affetti da patologie croniche.
 
 
Roberto Polillo

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