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Lunedì 27 MAGGIO 2013
Nascite. Euro-Peristat: "Mamme italiane le più vecchie d'Europa"

L'indagine evidenzia che il 34,7% ha oltre 35 anni al momento del parto. Siamo, invece, al secondo posto per quanto riguarda i parti cesarei: 38% contro il 52% di Cipro. Nel nostro Paese diminuiscono bambini nati morti e mortalità infantile.

Le mamme italiane sono le più anziane d’Europa: il 34,7% ha oltre 35 anni al momento del parto. Italiane sul podio anche per i parti cesarei, con un secondo posto (38%), dietro solo a Cipro che mostra un 52%. È quanto emerge dal secondo rapporto europeo sulla salute materno-infantile Euro-Peristat che valuta mortalità infantile, gravidanze plurime (le gravidanze gemellari crescono in tutta Europa), parti cesarei, fecondazione assistita, età delle madri al parto. Si tratta di un'analisi comparativa, per 29 Paesi europei, di trenta indicatori chiave raggruppati in 4 aree principali. In Italia Euro-Peristat è stato coordinato dall'Unità di Epidemiologia dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, in collaborazione con il ministero della Salute e l'Istat.

In Italia, rispetto al 2004, si registra una riduzione dei bambini nati morti (da 3,7 a 2,4 per 1000 a partire dalle 28 settimane di età gestazionale), della mortalità neonatale (da 2,8 a 2,5 per 1000 nati vivi) e di quella infantile (da 4 a 3,4 per 1000). Il rapporto anche l'elevato tasso di parti cesarei (38%) che, a differenza di quanto avviene nella maggior parte degli altri Paesi, in Italia è rimasto pressoché invariato. Il dato che risalta maggiormente è però quello legato all'età delle partorienti: le nascite da madri over 35 anni vanno dal 10,9% della Romania al 34,7% dell'Italia. Invece, le partorienti under 20 sono in generale sotto il 2% (1,4% in Italia), ma ci sono Paesi dove si supera il 5% (Regno Unito, Malta, Slovacchia e Romania).

A livello di mortalità neonatale, cioè dire il numero dei decessi nei primi 28 giorni di vita, il rapporto mostra questo quadro: si va dall'1,2 per 1000 nati vivi registrato in Islanda, all'1,5 in Svezia e Finlandia, al 4,5 a Malta e al 5,5 in Romania. L'Italia totalizza un 2,5 per 1000 nati vivi. Per quanto riguarda i parti cesarei, la frequenza varia da meno del 20% di tutti i parti in Olanda, Slovenia, Finlandia Svezia, Islanda e Norvegia, al 36,3% del Portogallo, 36,9% in Romania, 38% in Italia e 52,2% a Cipro.

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