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Martedì 25 GIUGNO 2013
Fnomceo: il nuovo Codice deontologico apre alla "medicina potenziativa". E il paziente diventa "persona assistita"
I medici italiani affrontano le nuove frontiere della professione. A partire da quegli interventi per "potenziare" l'organismo a prescindere dalla cura. Nuovi articoli anche sulla medicina militare, l’ICT e sull’organizzazione sanitaria. E il paziente diventa "persona assistita". La bozza del nuovo Codice sarà discussa negli Ordini provinciali nel corso dell’estate. Approvazione definitiva a novembre.
Quattro articoli nuovi di zecca (medicina potenziativa, medicina militare, tecnologie informatiche e innovazione nell’organizzazione sanitaria) e una generale revisione dei 75 articoli già contenuti nella precedente versione del Codice di deontologia medica, approvato nel 2006. Si presenta così il nuovo Codice deontologico dei medici italiani che dovrebbe vedere la luce entro la fine dell’anno.
D’altra parte, il presidente Amedeo Bianco aveva spiegato, proprio presentando il testo del 2006, che la velocità dei cambiamenti sociali, scientifici e tecnologici costringeva le norme deontologiche ad essere un continuo work in progress. Ecco allora che, a distanza di sette anni, arriva, in bozza, un nuovo testo del Codice, elaborato dalla Consulta deontologica attiva nella Fnomceo, approvato dal Comitato Centrale dello scorso 26 marzo e ora inviato a tutti gli Ordini provinciali perché lo esaminino e inviino eventuali emendamenti.
Raccolti, entro il prossimo settembre, gli emendamenti da tutta Italia, il testo verrà ricomposto in una redazione finale, che dovrebbe essere approvata il 15 novembre prossimo e presentata con un evento pubblico entro la fine dell’anno.
Al di là di alcuni malcontenti di ordine generale, che lamentano come il testo abbia conservato troppe “bizantinerie” senza riuscire a uniformarsi a più austeri standard anglosassoni, ad attirare l’attenzione sono senza dubbio i quattro nuovi articoli aggiunti alla fine del testo.
Il primo (art.76) è dedicato alla “medicina potenziativa”, ovvero a quella parte della medicina che si rivolge alla “intenzionale modifica e potenziamento del naturale funzionamento psicofisico dell’uomo”, con esiti simili al “caso Jolie” che tanto spazio ha avuto nelle cronache delle ultime settimane. I limiti posti a questi interventi ruotano intorno a principi che sono un po’ il cardine di questo nuovo Codice: precauzionalità, proporzionalità, rispetto dell’autodeterminazione della persona sulla base del consenso informato, e inoltre equità, sicurezza, uguaglianza dell’accesso, “nel quadro dell’alleanza terapeutica con la persona”.
Innovativo anche l’articolo rivolto alla medicina militare (art.77), che discende da un lungo lavoro compito dalla Fnomceo e in particolare dal vicepresidente Maurizio Benato in raccordo con i vertici della sanità militare. In particolare si indica come il medico militare abbia il compito di “segnalare alle superiori autorità la necessità di portare aiuto alle persone che non partecipano direttamente alle ostilità – sia militari che abbiano deposto le armi, sia civili feriti o malati – e informare le stesse di casi di torture, violenze, oltraggi e trattamenti crudeli, disumani o degradanti dei prigionieri e della popolazione”.
Complessi i due articoli che guardano all’ICT in chiave deontologica, ovvero alle precauzioni da utilizzare nell’uso delle tecnologie informatiche, compresa la telemedicina (art.78), e nei riflessi che queste hanno nell’organizzazione sanitaria (art.79). In quest’ultimo articolo trova spazio quel legame “necessario” tra etica ed economia che più volte è stato analizzato nei dibattiti Fnomceo degli ultimi anni: “di fronte al necessario contenimento dei costi e alla razionalizzazione della erogazione delle prestazioni, il medico garantisce ai cittadini indipendenza di giudizio in scienza e coscienza, perseguendo l’esercizio della appropriatezza clinica, gestionale e organizzativa”.
Ma la novità forse più significativa dal punto di vista del "lessico" sanitario sta nella scomparsa (tranne che negli ambiti più tecnici del codice) della parola "paziente". Al suo posto troviamo infatti "persona assistita" sull'onda dell'attenzione crescente negli ultimi anni al concetto di "persona" rispetto a quello più riduttivo e in qualche modo "passivo" di paziente.
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