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Mercoledì 10 LUGLIO 2013
Fascicolo sanitario. Russo (Sit): “Troppi dati sensibili alle pubbliche amministrazioni”

Così il segretario generale della Società italiana di telemedicina e sanità elettronica ha applaudito l’intervento dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, per la segnalazione al Governo sui “rischi per la privacy” dovuti alle modifiche introdotte dall'art. 17 del decreto Fare in tema di Fse.

“La Società Italiana di Telemedicina e sanità elettronica pubblicamente ringrazia l'Autorità Garante per la protezione dei dati personali, per la segnalazione di ieri al Governo e al Parlamento in merito alle modifiche introdotte dall'art. 17 del recente decreto Fare in tema di Fse”. Lo ha dichiarato Giancarmine Russo, segretario generale della Sit che prosegue: “Desidero estendere il nostro ringraziamento agli Ordini dei medici di Bologna e Latina e ad alcuni parlamentari di maggioranza che si sono fatti promotori degli emendamenti atti a ripristinare il testo precedente del decreto, che, a fini di ricerca epidemiologica, di programmazione e controllo della spesa sanitaria, escludeva l'accesso ai documenti clinici degli assistiti, evitando di conferire a ministeri e regioni un'enorme mole di dati sensibili nominativi inutili per tali finalità, come ricoveri, accessi ambulatoriali, referti, risultati di analisi cliniche, farmaci prescritti etc. Siamo una società medico scientifica ed abbiamo ben presente che il rapporto fiduciario che ci lega ai nostri pazienti è basato sulla confidenzialità e riservatezza delle informazioni raccolte - ha proseguito - se il cittadino percepisce che i suoi dati di salute possono essere conosciuti dalle pubbliche amministrazioni, si rischia che o non ci dia il consenso al trattamento, o ci nasconda alcune malattie potenzialmente limitanti, per esempio, l'utilizzo di autoveicoli, o abitudini voluttuarie come l'abuso di alcol, oppure che si allontani dal Ssn, rivolgendosi al privato per chi se lo potrà permettere”.

“Occorre ricordare – ha aggiunto Chiara Rabbito, responsabile privacy della Sit – che il trattamento dati, per essere “lecito”, deve rispondere a principi di necessità, pertinenza, proporzionalità e non eccedenza rispetto alle finalità che si vogliono perseguire: a fini di governance, ricerca e programmazione sanitaria, possono infatti essere utilizzati dati in forma anonima ed aggregata, limitando l'utilizzo dei dati nominativi ai soli processi di cura“.

“Ho accettato volentieri l'invito rivoltomi dalla Sit – ha concluso Fabrizio L. Ricci del Lvse del Cnr di Roma – a coordinare un apposito gruppo di studio sul Fse, in quanto riteniamo che, nonostante siano passati oltre sei anni dal progetto Mattoni, le criticità da risolvere siano ancora molte e ieri il Garante ne ha evidenziato un aspetto molto importante in tema di sicurezza e privacy dei dati trattati“.

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