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Martedì 23 LUGLIO 2013
Le professioni sanitarie “secondo” l’Istat. Dal medico al tecnico di “medicina popolare”

Pubblicata la nuova classificazione delle professioni. I sanitari divisi in tre grandi categorie: gli specialisti della salute (solo medici), gli specialisti delle scienze della vita (biologi, biofisici, veterinari e farmacisti) e poi le professioni sanitarie della salute e delle scienze della vita con tutti gli altri operatori (infermieri, ostetriche, ecc.).

A partire dal 2011 l'Istat ha adottato la nuova classificazione delle professioni CP2011, frutto di un lavoro di aggiornamento della precedente versione (CP2001) e di adattamento alle novità introdotte dalla International Standard Classification of Occupations - Isco08.
 
La classificazione CP2011 - spiega una nota dell'Istat - fornisce uno strumento per ricondurre tutte le professioni esistenti nel mercato del lavoro all'interno di un numero limitato di raggruppamenti professionali, da utilizzare per comunicare, diffondere e scambiare dati statistici e amministrativi sulle professioni, comparabili a livello internazionale; tale strumento non deve invece essere inteso come uno strumento di regolamentazione delle professioni.
L'oggetto della classificazione, la professione, è definito come un insieme di attività lavorative concretamente svolte da un individuo, che richiamano conoscenze, competenze, identità e statuti propri.
La logica utilizzata per aggregare professioni diverse all'interno di un medesimo raggruppamento si basa sul concetto di competenza, visto nella sua duplice dimensione del livello e del campo delle competenze richieste per l'esercizio della professione.
 
Il livello di competenza è definito in funzione della complessità, dell'estensione dei compiti svolti, del livello di responsabilità e di autonomia decisionale che caratterizza la professione; il campo di competenza coglie, invece, le differenze nei domini settoriali, negli ambiti disciplinari delle conoscenze applicate, nelle attrezzature utilizzate, nei materiali lavorati, nel tipo di bene prodotto o servizio erogato nell'ambito della professione.
La CP2011 riprende il formato della Nomenclatura e Classificazione delle Unità Professionali (NUP06), costruita in partnership istituzionale con l'Isfol, prevedendo, per ciascun livello classificatorio, una descrizione che traccia i contenuti e le caratteristiche generali del lavoro.
 
La classificazione propone inoltre, per ciascuna unità professionale, un elenco di voci professionali, che - specifica l'Istat - non ha alcuna pretesa di esaustività, ma che viene riportato a titolo esemplificativo per orientare e facilitare il lettore nella consultazione e nella ricerca.
La redazione della CP2011 si è avvalsa del supporto di una commissione di studio costituita dai responsabili tematici dell'Istat, da esperti dell'Isfol e del mondo accademico nonché del contributo delle principali istituzioni nazionali in materia di lavoro.
 
Le professioni sanitarie “secondo” l’Istat
E vediamo come sono state classificate le professioni sanitarie. Le troviamo indicate in diverse categorie (clicca sul nome della professione per il dettaglio):

- gli specialisti della salute, dove figurano i medici;

- gli specialisti delle scienze della vita, dove figurano biologi, biofisici, veterinari e farmacisti;

- le professioni tecniche nelle scienze della salute e della vita, dove figurano infermieri ed ostetriche, professioni sanitarie riabilitative, professioni tecnico sanitarie dell’area tecnico-diagnostica e dell’area tecnico assistenziale, professioni tecniche della prevenzione, ottici, optometristi ed odontotecnici ed anche i tecnici della medicina popolare.
 
Per ognuna di queste professioni è indicato un breve profilo dove l’Istat sintetizza sostanzialmente mansioni e specificità professionali.
 
Da segnalare infine che gli psicologi sono stati inseriti tra gli "specialisti delle sceinze sociali".

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