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08 SETTEMBRE 2013
Veneto. Fvm: "Svilito ruolo veterinari pubblici, serve riordino quadro normativo"

Una delegazione della Federazione dei medici e dei veterinari è stata ricevuta dal presidente del consiglio regionale veneto Ruffato e ha espresso netta contrarietà verso la delibera regionale che detta le Linee guida alle Asl per la predisposizione degli atti aziendali. 

Una delegazione di veterinari, guidata da Roberto Poggiani e da Franco Cicco, rispettivamente segretario e vice di Fvm-Sivemp, è stata ricevuta dal presidente del consiglio regionale del Veneto, Clodovaldo Ruffato, dal presidente della commissione Agricoltura, Davide Bendinelli e dal vice Graziano Azzalin e dal consigliere Bruno Pigozzo, componente della commissione sanità. Nel corso dell’incontro i due esponenti sindacali hanno espresso la contrarietà della categoria alla Dgr 975 con la quale la giunta ha definito le linee guida per la predisposizione dell’Atto aziendale e per l’organizzazione del Dipartimento di prevenzione. Nel documento consegnato al Presidente Ruffato e ai consiglieri i veterinari lamentano che la delibera non prevede alcun rappresentante della professione veterinaria nel consiglio dei sanitari, in difformità a quanto disposto dal decreto Balduzzi.
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I rappresentanti della Fvm-Sivemp hanno inoltre sottolineato che la Dgr 975 non presenta “alcun rispetto delle norme vigenti – sottolinea una nota - e nessun parametro oggettivo di riferimento, prevede tagli orizzontali, la realizzazione da parte dei direttori generali delle Ulss di 21 bozze di modelli organizzativi locali diversificate e senza alcuna progettualità globale”. E’ stata poi espressa disapprovazione per “lo smantellamento del Centro Regionale Epidemiologia Veterinaria (Crev) proprio in un momento in cui vi è l’esigenza di maggiore sorveglianza e controllo per la recrudescenza o l’insorgere di nuove malattie infettive. A questo si collega anche la carenza di personale nei servizi veterinari territoriali, che conta il peggior rapporto, a livello nazionale, tra numero di veterinari impiegati e volumi di attività da svolgere, dove siamo secondi solo alla Lombardia”.

Poggiani e Cicco hanno quindi evidenziato che tale situazione “potrebbe avere costi consistenti per la comunità in termini indiretti di sicurezza, per le piccole produzioni locali, le esportazioni e il benessere animale. Infine si lamenta il progressivo depauperamento delle competenze dell’Istituto zooprofilattico di Legnaro, struttura di eccellenza del Veneto a livello internazionale”. E’ per questo che  i veterinari chiedono l’annullamento della Dgr 975 così come formulata per quanto riguarda i servizi veterinari e la predisposizione di una legge di riordino del quadro normativo ed organizzativo adeguato alla realtà del Veneto.

Il presidente Ruffato, a nome anche degli altri consiglieri, ha ribadito l’attenzione del consiglio per un settore vitale per l’economia regionale come quello alimentare e agroalimentare. “Facciamo tesoro delle vostre osservazioni e dei vostri suggerimenti – ha dichiarato – e assieme alle commissioni Agricoltura e Sanità rivedremo la 975 e cercheremo di modificare eventuali errori che sono stati fatti nella sua stesura. Sarà nostro interesse – ha aggiunto – introdurre una norma che salvaguardi e valorizzi il vostro servizio, non solo perché tutela la salute dei cittadini, ma anche perché sostiene il nostro settore agroalimentare e di conseguenza la nostra economia”.
 

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