quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 09 SETTEMBRE 2013
Università. Anaao denuncia: “I test per medicina sono un’ipocrita lotteria”

Solo una minima parte dei giovani oggi impegnati nei test di ammissione alle Facoltà di Medicina potranno acceder a un corso di laurea. Con una sproporzione sempre maggiore tra domanda e disponibilità e il tutto sganciato da una vera programmazione dei fabbisogni della sanità. Servono una graduatoria nazionale e nuovi test.

Oggi negli atenei italiani si svolge il test di ammissione alla facoltà di Medicina al quale risultano pre iscritti 84.165 candidati (il 25% per cento in più rispetto all'anno scorso). (Per il numero degli effettivi partecipanti leggi qui). Solo 10.157 potranno accedere al corso di studi con una sproporzione cresciuta nel tempo fra domande di ammissione e offerta di posti, malgrado il loro aumento degli ultimi anni. Aumento che, tra l’altro, sganciato da una programmazione attenta dei fabbisogni e da una riforma della formazione post-laurea, crea le premesse per una nuova fabbrica di disoccupati.
Al di là del successo e del fascino che la laurea continua ad esercitare – commenta il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise - il problema rimane quello denunciato da anni, e da più parti, di una formula di selezione assolutamente inadeguata.
 
Il nostro giudizio negativo nasce non solo dalla perdurante assenza di una graduatoria nazionale, il che consente una estrema variabilità del punteggio richiesto per la ammissione da una sede all’altra: studenti esclusi in una Facoltà sarebbero stati largamente ammessi con lo stesso punteggio in diverse altre. Ma anche dai contenuti di test tanto astrusi quanto lontani da una misurazione di capacità e vocazioni, a partire dalla gratta checca. Sorvolando sulla pioggia di errori che aprono la strada ad infiniti contenziosi legali.
 
La formazione professionale ed umana del medico di domani rappresenta un tema troppo importante per essere lasciato in via esclusiva nelle mani dell’Università con un SSN che si chiama fuori abdicando ad un ruolo professionalizzante sancito da leggi e non surrogabile.
 
Ministro della Salute e Regioni, se non distratti dalla definizione del Patto della salute - conclude la nota dell'Anaao - battano un colpo per rivendicare ed esercitare un ruolo attivo nella sperimentazione di nuove modalità di selezione che tengano conto delle attitudini e delle capacità dei singoli, da valutare, non con bizzarri e cervellotici quesiti in una ipocrita lotteria, dopo l’acquisizione di specifici crediti formativi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA