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Martedì 08 OTTOBRE 2013
Dispositivi medici. Crolla la ricerca: -28,9% in un anno. Le aziende: "Non è solo colpa della crisi"

Stretta creditizia, ritardi nei pagamenti, fisco e tagli alla spesa pubblica hanno portato al disinvestimento nell'innovazione da parte di molte aziende. Anche per questo siamo solo al 13° posto nel mondo per brevetti di dispositivi medici. Tuttavia l'export tiene. La fotografia del comparto nel Rapporto 2013 di Assobiomedica. SINTESI e RAPPORTO INTEGRALE.

Presentato stamani il Rapporto 2013 “Produzione, ricerca e innovazione nel settore dei dispositivi medici in Italia” curato da Assobiomedica.
Nell’analisi si segnalano come siano 3.037 imprese di dispositivi medici in Italia e 1.118 le imprese di produzione con un fatturato di 7 miliardi di euro, di cui 924 di produzione diretta e 194 contoterzisti. Imprese che danno occupazione a 60.000 addetti.

Per quanto riguarda la geografia il 70% delle imprese si concentra in cinque regioni: Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Veneto e Toscana. Sulle dimensioni le imprese di produzione sono per il 58% microimprese, per il 30% piccole, per il 10% medie e per il 2% grandi.

Il Rapporto segnala come in Italia gli investimenti in R&S sono calati del -28,9%, quelli in studi clinici del -25,3% e quelli in R&I del 27,9%. Un calo, sottolinea il rapporto di Assobiomedica, che non discende tutto dalla crisi economica. Secondo le aziende del campione intervistato, infatti, le motivazione sono più articolate. Intanto la difficoltà ad avere credito, poi la politica fiscale troppo onerosa, poi i tagli alla spesa pubblica e i ritardi nei pagamenti. E su tutto pesa la mancanza di un politica generale per lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione.
 
La spesa in dispositivi medici a carico del SSN è di 6,3 miliardi di euro, pari al 5,7% della spesa sanitaria pubblica complessiva e al 19,1% della spesa sanitaria pubblica in beni e servizi. 

Le importazioni nel 2012 (6,7 miliardi ) sono diminuite del 4,1% e le esportazioni (5,9 miliardi) sono aumentate del 9,6% Il 14% dei brevetti nel mondo sono nel settore dei dispositivi medici. L’Italia, segnala infine il Report, nel 2012 è il 13° brevettatore nel mondo nel campo dei dispositivi medici
 
“Sappiamo – afferma prefazione del Rapporto il vicepresidente di Assobiomedica Carlo Castellano - che il mercato italiano delle tecnologie in sanità ha subito una netta contrazione nell’arco dell’ultimo biennio, in particolare per quanto riguarda le strutture pubbliche. E a soffrirne sono soprattutto le imprese più esposte sul mercato italiano e meno presenti sui mercati internazionali in forte crescita”.
 
Per Castellano “i mali dell’Italia si curano in un solo modo: tornando a crescere. Perciò l’obiettivo numero uno è lo sviluppo, indispensabile per creare lavoro. Siamo convinti che il settore delle tecnologie sanitarie, e in particolare dei dispositivi medici, sia un’area di elezione per lo sviluppo. Qui, infatti, la capacità di creare continuamente innovazione è tra le più alte. Il tessuto industriale è molto articolato: accanto ad alcune importanti grandi aziende abbiamo un diffuso tessuto di piccole e piccolissime imprese e di start-up tecnologiche”.

Ma  nonostante la crisi il vicepresidente di Assobiomedica sottolinea che “come si evince dal Rapporto, l’industria italiana dei dispositivi medici è viva, anche se la crisi che continua a investire il nostro Paese impatta seriamente su tutta la filiera tecnologica. Il nuovo censimento mostra una realtà ancora più composita di quanto già si sapesse. Il numero di start-up censite, per esempio, è particolarmente elevato e significativo. Quasi l’80% della produzione italiana nel campo dei dispositivi medici è rivolto all’esportazione, nel contempo l’80% circa della domanda italiana è soddisfatta da importazioni. Abbiamo quindi una struttura aziendale aperta ai mercati internazionali. Tuttavia il saldo commerciale permane negativo e, in rapporto a numerosi altri paesi europei, nella classifica internazionale siamo indietro, sia per numero di brevetti che per valore di esportazioni”.

“Il rilancio del manifatturiero - conclude, la valorizzazione delle eccellenze presenti nel sistema sanitario italiano, il sostegno all’innovazione; sono queste le vie che l’Italia deve percorrere e questo lavoro ha l’ambizione di fornire dati e spunti utili”.

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