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Martedì 29 OTTOBRE 2013
Veneto. Veterinari Sivemp presentano due ricorsi al Tar contro la Regione
Linee guida per l’Atto aziendale e graduatorie dei veterinari convenzionati. Questi gli oggetti dei due atti della Regione Veneto che hanno costretto i veterinari pubblici a rivolgersi al Tar. La Regione, denuncia la Sivemp, "penalizza i veterinari e decapita i servizi, mettendone a rischio l’operatività e l’efficienza”.
“Mai come in questo periodo la veterinaria pubblica veneta è stata sotto attacco”. Ad affermarlo è la Sivemp. Una serie di atti regionali, denuncia infatti la Sivemp, “sta mettendo a serio rischio la funzionalità dei servizi veterinari, con conseguenze gravissime sulla tutela della salute pubblica e della sicurezza alimentare. Sminuiti e avviliti i servizi delle Ulss, non sono stati risparmiati neppure i veterinari convenzionati veneti che da tanti anni assicurano le profilassi di Stato e le ispezioni nei mattatoi: le regole adottate dalla Regione li relegano agli ultimi posti della graduatorie provinciali. Al Sindacato italiano veterinari di medicina pubblica non è rimasto che intraprendere l’onerosa strada delle impugnazioni davanti ai giudici amministrativi”.
Il Sivemp Veneto ha così depositato nei giorni scorsi un ricorso al Tar in cui chiede l’annullamento della delibera della Giunta regionale 975 del 18 giugno 2013, pubblicata sul Bur numero 57 del 9 luglio. Oggetto della delibera l’organizzazione delle aziende Ulss e ospedaliere, e cioè le linee guida per la predisposizione del nuovo atto aziendale, per l’organizzazione del Dipartimento di prevenzione e per l’organizzazione del Distretto socio sanitario. “Il sindacato che rappresenta la quasi totalità dei veterinari pubblici del Veneto è arrivato alla decisione di impugnare il provvedimento regionale dopo aver tentato in tutte le sedi di ottenere, presentando precise e dettagliate osservazioni, quelle modifiche che lo avrebbero riportato nel rispetto della normativa vigente. Tutto questo inutilmente”, afferma una nota del sindacato.
“La delibera 975, nelle sue previsioni – spiega il segretario regionale del Sivemp Veneto, Roberto Poggiani - svilisce il ruolo dei servizi veterinari all’interno delle Ulss, decapitandoli, privandoli di autonomia e intaccandone di conseguenza gravemente l’efficienza e l’operatività. Il provvedimento impugnato non solo incide pesantemente sulla sicurezza dei cittadini, mettendo a rischio i livelli della sicurezza alimentare e della sanità pubblica, ma anche sulle legittime aspettative di carriera dei veterinari dipendenti, escludendo l’accesso alle qualifiche superiori, con tutte le conseguenze gravi e irreparabili, anche sotto il profilo retributivo che tale arresto può determinare”.
Il ricorso evidenzia tra l’altro come la Giunta regionale abbia omesso di acquisire in via preventiva il parere degli organismi indicati dal Piano socio sanitario regionale, disattenda il decreto Balduzzi che dispone e chiarisce che le strutture veterinarie debbano essere autonome, tributarie di risorse economiche proprie e qualificate almeno come strutture complesse. La giunta regionale invece nelle linee guida in questione dispone che nell’Atto aziendale l’azienda sanitaria si doti di almeno una struttura complessa per i servizi veterinari prevedendo che le rimanenti (una? due?) divengano strutture semplici a valenza dipartimentale. “Mancano, peraltro, nelle linee guida regionali, parametri oggettivi cui agganciare l’individuazione delle strutture complesse con la conseguenza di produrre scelte arbitrarie, variegate e difformi da parte di ogni azienda sanitaria veneta”, spiega ancora il sindacato.
“La sottovalutazione dei servizi veterinari operata dalla giunta e la conseguente organizzazione a livello di Ulss – osserva Poggiani - si tradurrà inevitabilmente nello scadimento della qualità dei servizi ancor oggi a fatica mantenuto su livelli di eccellenza grazie all’abnegazione del personale veterinario”.
Per la Sivemp va ricordato che “la partita che la veterinaria pubblica veneta oggi si trova davanti è decisiva. Ed è in atto un attacco senza precedenti. La Regione, ad esempio, è arrivata al punto di escludere i rappresentanti degli ordini dei veterinari persino dalla commissione Ecm che è chiamata a vigilare sulla formazione continua in medicina obbligatoria per i sanitari dipendenti”.
L’altro fronte legale che vede impegnato il Sivemp Veneto è quello della tutela dei veterinari convenzionati, con l’impugnazione delle Dgr 47 e 2707 del 2012 e delle conseguenti graduatorie provinciali. “Non solo la Regione Veneto ha applicato l’Accordo collettivo nazionale della medicina specialistica del 2005 con cinque anni di ritardo – spiegano i veterinari -, ma nel farlo ha anche pesantemente svantaggiato i veterinari operanti in Veneto non riconoscendo loro alcun punteggio per l’anzianità di servizio maturata fuori dal regime Acn”.
“Si tratta di una vicenda paradossale – afferma Poggiani -. La Regione, e di conseguenza le Ulss, hanno applicato un criterio di punteggio incompatibile con la formazione della prima graduatoria ai fini della prima applicazione dell’Acn. I veterinari che hanno lavorato a lungo per le Ulss del Veneto, infatti, lo hanno fatto non in regime di Acn a causa dell’ inerzia della Regione Veneto che non l’ha mai applicato. E ora si vedranno scavalcati da colleghi che non conoscono il nostro territorio ma che hanno l’unico ‘merito’ di aver prestato servizio in regioni in cui l’Acn era applicato”.
Per consentire agli iscritti, di fronte ad atti politici che potrebbero “produrre ricadute gravissime”, di adottare anche “forme di difesa straordinarie e diverse dallo sciopero", il Sivemp Veneto ha deciso di lanciare, non appena definiti gli aspetti organizzativi, una sottoscrizione. “Abbiamo ritenuto - conclude il segretario regionale del Sivemp Veneto - di manifestare concretamente il nostro totale dissenso alle scelte della Regione Veneto sostenendo finanziariamente, e chiedendo anche ai nostri iscritti di farlo, azioni legali mirate. Per difenderci da chi vuole impoverirci, da chi vuole rubarci il nostro futuro e la nostra professionalità. E soprattutto da chi sembra non curarsi minimamente della salute dei cittadini veneti”.
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