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Martedì 03 DICEMBRE 2013
Emilia Romagna. Avvisi di garanzia a Lusenti e Carradori

Le ipotesi di reato per l'assessore e il direttore generale alla sanità della Regione riguardano presunte irregolarità nell’attribuzione di fondi nel sistema dell’accreditamento sanitario. Lusenti: “Nessun favoritismo. Abbiamo agito con trasparenza e nel pieno rispetto delle regole poste a tutela della salvaguardia e del buon funzionamento della sanità regionale”.

Dovranno presentarsi negli uffici della Procura di Bologna il prossimo giovedì Carlo Lusenti, assessore alla Salute dell’Emilia Romagna, Tiziano Carradori, direttore generale alla Sanità, e una funzionaria dell’assessorato, raggiunti da un avviso di garanzia per presunte irregolarità nell’attribuzione di fondi nel sistema dell’accreditamento sanitario regionale.

L’ipotesi di accusa contenuta nell’atto è di falso nei confronti dell’assessore, di falso e di concussione nei confronti dei due dirigenti. A far scattare le indagini, l’esposto presentato alla Procura di Bologna dal Gruppo Garofalo-Hesperia.

“Rispettiamo l’operato della magistratura e offriamo la più ampia collaborazione, certi dei nostri atti”, ha dichiarato Lusenti in un comunicato stampa diffuso per commentare l’avviso di garanzia. Per Lusenti è però “inspiegabile” il comportamento di Hesperia, “che lamenta di aver subìto un danno ma non capiamo quale, dato che dal 2004, salvo che nel 2008, non ha prodotto quanto avrebbe potuto sulla base del budget assegnato, non saturando neanche la propria capacità produttiva nell’ambito dell’attività cardiochirurgica”.

L’assessore si è detto dunque “certo e sereno” riguardo al sistema di programmazione della Regione, perché “basato su accordi chiarissimi e verificabili. La Regione non ha mai fatto alcun favoritismo, non fa alcun accordo di committenza ma definisce esclusivamente le necessità e il budget complessivi: la divisione la fanno le strutture nella sede della loro associazione, l’Aiop, in base al fabbisogno e alle capacità produttive”. E quindi, “confermiamo la nostra convinzione di avere agito con trasparenza e nel pieno rispetto delle regole poste a tutela della salvaguardia e del buon funzionamento della sanità regionale”.

L’assessore alla Salute dell’Emilia Romagna rispedisce dunque al mittente le accuse “che mettono in dubbio la sicurezza delle strutture accreditate" e “la credibilità del nostro sistema sanitario”, e annuncia che “chi ci accusa ne risponderà nelle sedi adeguate”.

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