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Lunedì 30 DICEMBRE 2013
Malasanità o Malaresponsabilità? Cgil Medici contro spot in Tv di "Obiettivo Risarcimento"

Ricordando che sono 13 i mld persi per la medicina difensiva, il segretario Massimo Cozza ha contestato la pubblicità che invita le vittime della malasanità a rivolgersi entro 10 anni a uno staff di esperti. "Governo intervenga per approvare una normativa adeguata sulla responsabilità professionale".

“E' paradossale che la Rai, il servizio pubblico, trasmetta un inquietante e suggestivo spot pubblicitario sulla malasanità, con il rischio di un aumento del contenzioso medico-legale nella sanità pubblica in un sistema già inadeguato e dannoso sulla responsabilità professionale sanitaria, che potremmo definire di malaresponsabilità”. Queste le parole di commento del segretario nazionale Fp-Cgil Medici Massimo Cozza riguardo alla trasmissione, ripresa in questi giorni, dello spot pubblicitario televisivo di "Obiettivo Risarcimento" sulla Rai, previsto anche su Mediaset e La7. Nello spot, già oggetto di polemiche in passato, si invitano le vittime della malasanità a rivolgersi entro dieci anni a uno staff di esperti, zero anticipi e zero rischi, “per reclamare quello che ti spetta”.

Secondo l'Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari regionali (Agenas) il numero delle denunce di sinistri per malasanità nelle sole strutture pubbliche è stato di oltre 12mila nel 2102, al netto di tre Regioni che non hanno fornito i dati. Tutto questo a fronte di oltre 9 milioni di ricoveri e circa 1 miliardo di prestazioni specialistiche. Ma ogni denuncia (63% per lesioni personali e 11% per decessi) può riguardare più medici, con un coinvolgimento di decine di migliaia di professionisti. In un recente sondaggio presentato al 1° Congresso Nazionale sulla RC professionale, su oltre 20mila medici intervistati il 99% si sente esposto a rischio denunce.

“I medici, anche se hanno agito in scienza e coscienza - ha affermato il segretario nazionale della Fp Cgil Medici Massimo Cozza - con l'attuale sistema di malaresponsabilità rischiano sempre di più la gogna mediatica, di essere comunque sottoposti a indagini giudiziarie, costretti ad avvalersi di avvocati e a passare anni come imputati nelle aule dei tribunali. Peraltro con polizze assicurative sempre più alte e con minori tutele anche da parte delle stesse aziende sanitarie. Così in modo cautelativo tendono a operare sempre di meno i casi più complessi, e i cittadini sono sottoposti a sempre maggiori esami diagnostici e interventi terapeutici.”

Oltre il 95% del contenzioso si risolve poi con l'assoluzione del professionista sanitario, a fronte di un costo della medicina difensiva stimato dal Cergas Università Bocconi in circa il 10% della spesa sanitaria complessiva (circa 13 miliardi l'anno) e con i cittadini diverse volte costretti a lunghi percorsi a ostacoli per avere il giusto risarcimento di un danno ingiusto.
“L'attuale sistema sulla responsabilità professionale sanitaria, in mancanza di norme giuridiche certe e appropriate, in presenza di una visione miracolistica della medicina e di campagne pubblicitarie di associazioni e studi legali - continua Cozza - è sbagliato e dannoso per la collettività, sta minando il fondamentale rapporto medico-paziente, con un costo sociale inestimabile”.
 
“È tempo che il Governo e in primo luogo la Ministra della Salute Beatrice Lorenzin intervengano per l'approvazione di una normativa appropriata sulla responsabilità professionale in sanità, partendo dai progetti di legge in discussione in Parlamento, promuovendo una campagna di comunicazione sociale da avviare proprio dalla Rai. Possibilmente – conclude il segretario nazionale della Fp-Cgil Medici - senza farsi autogol”.

 

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