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Mercoledì 08 GENNAIO 2014
Responsabilità professionale. Snami: "Attenzione alle pubblicità che invitano a chiedere risarcimenti per presunti errori"

Il Sindacato autonomo dei medici italiani mette in guardia. "Il 95% dei contenziosi in campo sanitario si risolve con un nulla di fatto a testimonianza che c’è un esubero di ricorsi che un certo tipo di pubblicità strumentale e mal proposta farà sicuramente aumentare".

Prestare grossa attenzione alle pubblicità che invitano alla richiesta di risarcimento per presunti errori medici. E’ l’appello lanciato dal Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami) che, per bocca del suo presidente nazionale Angelo Testa, sottolinea le anomalie dei messaggi e i pericoli di gravi e negative ricadute sulla collettività.

“Grasso che cola per le assicurazioni che, in vista anche dell’obbligo per i medici di stipulare una polizza per responsabilità civile, che a breve termine sarà operativo, faranno lievitare i costi per i medici, già oggi alti. I cittadini hanno da sempre il sacrosanto diritto di farsi tutelare dalla legge se ritengono di aver subito un danno a causa di un trattamento sanitario non conforme e di aver quindi vissuto un episodio di malasanità”. Tuttavia Testa sottolinea che “da qui a sparare, soprattutto in questo periodo di sofferenza economica delle famiglie, messaggi di facile soluzione e guadagni economici dietro l’angolo, ce ne passa. Anche perché nessuno dice ai pazienti che il 95% dei contenziosi in campo sanitario si risolve con un nulla di fatto a testimonianza che c’è un esubero di ricorsi che un certo tipo di pubblicità strumentale e mal proposta farà sicuramente aumentare”.

Un’altra conseguenza che può provenire da queste campagne pubblicitarie è che venga instillato nei cittadini “il dubbio di aver subito un torto per malasanità inducendoli ad intraprendere procedimenti legali definiti “gratuiti”, spiega Giuseppe Biondo, presidente regionale di Snami Sicilia. Ciò produrrebbe l’aumento a dismisura delle spese “per accertamenti ed esami supplementari che, pur non strettamente necessari da un punto di vista puramente clinico, lo diventano da un punto di vista Medico-Legale incrementando la cosiddetta medicina difensiva che già costa al nostro paese 13 miliardi di euro, ben il 10% della spesa sanitaria globale, e che sarà destinata inevitabilmente a crescere ulteriormente. Ciò porterà ad un aumento dei ticket con ulterioreaggravio di costi per i pazienti che avranno più difficoltà ad accedere alle cure”.

In definitiva, quindi, Angelo Testa invita la politica a “fare una scelta coraggiosa ed intervenire sulla responsabilità professionale perché siano codificate norme certe e corrette a tutela di medici, pazienti e collettività, viceversa si continuerà ad essere vittime delle lobbies dei potentati economici, contribuendo all’impoverimento ed al degrado della collettività”.
 

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