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Venerdì 14 FEBBRAIO 2014
Convenzioni. Preiti (Fp Cgil Medici): “Se a costo zero sarebbe solo una commedia”

Per il coordinatore della Medicina convenzionata della Cgil quella delle risorse è una questione ancora irrisolta. “Per avere un rinnovo delle convenzioni utile a medici e cittadini, bisognerebbe aver chiaro quale riforma sia opportuna per l'assistenza territoriale e le cure primarie” e “mettere le risorse necessarie”.

“Le Regioni hanno inviato al Governo la proposta di Atto di indirizzo per il rinnovo delle convenzioni. Ma non sappiamo se sia superato l'equivoco che ha scatenato la fuorviante polemica dei giorni scorsi: che si possano rinnovare le convenzioni a costo zero”. Questo il commento di Nicola Preiti coordinatore nazionale Medicina convenzionata Fp-Cgil Medici, secondo il quale quello delle convenzioni “sembra una commedia pirandelliana consumata a danno dei medici, anche da chi dovrebbe stare dalla loro parte, e a danno dei cittadini che vedono trascurate le loro necessità assistenziali”.

“Anche il Ministro Beatrice Lorenzin – ricorda Preiti -, nella sua intervista del 4 febbraio 2014, ha sostenuto chiaramente che ‘il passaggio dall’ospedale al territorio non è gratis’ e ancora che ‘c'è la presa d’atto che la riforma delle cure primarie non si può fare a costo zero’. Siamo semplicemente d'accordo con il Ministro.
La proposta inviata dalle Regioni va in questa direzione e prevede risorse commisurate alle ambizioni o si tratta di un altro ‘atto’ della commedia?”, si chiede il sindacalista della Cgil.

“Le Regioni – prosegue Preiti - sostengono di aver convenuto tutto il percorso’in più occasioni ed in diversi incontri’. Quando, cosa e con chi non è dato sapere. Nella bozza di Atto di indirizzo, che l'Assessore Moltaldo ci ha presentato il 5 dicembre 2012, avevamo rilevato vari limiti, oltre alla pretesa del rinnovo a costo zero senza risorse e senza investimenti. Ne citiamo due: 1) Non si indicava un rinnovo delle convenzioni omogeneo e coerente su tutto il territorio nazionale. In tal modo si accentuerebbe la già evidente disparità locale di servizi, attività, compiti, funzioni e reddito dei professionisti, con penalizzazione per i territori più disagiati. 2) L’Atto era debole sul ruolo dei medici convenzionati con imprecisato incremento di obblighi e compiti (a costo zero) ma senza neanche relazionarli al territorio e agli altri servizi in cui e con cui lavorano. E vi era un ruolo molto riduttivo del Distretto”.

Il sindacalista ricorda che “la Cgil ha presentato da tempo proposte organiche e sostenibili sulla base di un pensiero riformatore, per garantire l’Assistenza 7 giorni su 7, con Centri socio-sanitari h24 del Distretto, in cui operano insieme gli specialisti del territorio e delle cure primarie. La riforma che abbiamo proposto per l’Assistenza Distrettuale è vantaggiosa economicamente: combatte gli sprechi, favorisce una spesa più appropriata e può avere un forte impatto occupazionale. Per questo merita investimenti per essere avviata. Per avere un rinnovo delle convenzioni utile a medici e cittadini – conclude Preiti -, bisognerebbe aver chiaro quale riforma sia opportuna per l'assistenza territoriale e le cure primarie, nel quadro del Patto per la Salute e del riassetto complessivo del sistema sanitario. E mettere le risorse necessarie”.
 

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