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09 MARZO 2014
Caso Avastin/Lucentis. Voci su primi indagati a Torino. Ma le aziende negano di saperne qualcosa e ribadiscono: "Abbiamo sempre sempre agito correttamente"

Secondo notizie diffuse ieri la Procura di Torino avrebbe aperto un’indagine per disastro colposo e associazione a delinquere nei confronti dei vertici di Roche e Novartis. Al centro della vicenda la presunta collusione tra le due multinazionali per boicottare l’uso off label di Avastin in campo oftalmico che aveva già portato alla maxi sanzione dell'Antitrust. Ma le aziende ribadiscono di aver operato correttamente.

Ieri sera ne hanno parlato tutti i Tg nazionali. Roche e Novartis, dopo aver incassato una maxi sanzione dell’Antitrust di oltre 90 milioni di euro ciascuna, sarebbero ora sotto il mirino della Magistratura .
 
La Procura di Torino starebbe infatti procedendo per “disastro doloso e associazione a delinquere finalizzata alla truffa”.  Ma le due aziende al momento dichiarano di non saperne nulla. Per Novartis, pertanto qualunque commento al riguardo “rappresenta una pura speculazione”.
 
Più approfondita la nota della Roche che, dopo aver sottolineato di "non aver alcuna informazione” e che pertanto “ritiene inopportuno fornire commenti al riguardo”, ribadisce “la correttezza del proprio operato e della propria posizione e conferma la fiducia nel fatto che  le sue ragioni saranno pienamente affermate”.
 
Confermato anche il ricorso al Tar contro la sanzione dell’Antitrust, perché, scrive Roche “Avastin (bevacizumab) e Lucentis (ranibizumab) sono  farmaci diversi. Per composizione, struttura e modalità di somministrazione. Studiati e sviluppati per scopi  terapeutici differenti: Avastin (bevacizumab) è un farmaco oncologico, mentre Lucentis (ranibizumab) è un  farmaco ad uso oftalmico”.
 
A questo proposito, Roche sottolinea “che l'utilizzo oftalmico di Avastin (bevacizumab) non è mai stato  autorizzato da alcuna agenzia regolatoria, e pertanto non esiste alcun rapporto concorrenziale tra Avastin  (bevacizumab) e Lucentis (ranibizumab), e neppure tra Roche e Novartis in ambito oftalmico”.
 
Per questo, secondo Roche, “i contatti con Novartis menzionati dall'Antitrust non  avevano alcuna natura anti competitiva ma esprimevano la preoccupazione nel constatare che un farmaco  studiato, sviluppato, registrato e utilizzato in tutto il mondo per le sue indicazioni in oncologia, potesse  venire manipolato, potenzialmente contaminato e comunque impropriamente utilizzato in indicazioni prive  di qualsiasi approvazione da parte delle Autorità sanitarie mondiali, con rischio per la sicurezza e la salute  stessa dei pazienti”.

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