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Venerdì 14 MARZO 2014
Visite fiscali. Lusenti (Regioni): “Ci sono costate 70mln. Non ci sono più le condizioni per mantenerle all’interno del Ssn”

Le regioni chiedono di rivedere l’organizzazione dell’attività dei medici che svolgono le visite fiscali. Questo tipo di prestazioni non rientra nei Lea perché non riguardano la salute collettiva e quindi il costo, 70 mln negli ultimi anni, è stato totalmente a carico delle Asl e non delle PA che lo richiedono. La denuncia viene dalle regioni nel corso di un’audizione alla Camera

Negli ultimi anni il costo che le regioni hanno sostenuto per le visite fiscali è stato di circa 70 milioni di euro. Una cifra – ha dichiarato Carlo Lusenti, assessore alle politiche della salute della Regione Emilia-Romagna, audito dalla Commissione Affari Sociali della Camera nel corso di un’indagine conoscitiva sull'organizzazione dell'attività dei medici fiscali – che è stata sottratta al Fsn. Infatti, questo tipo di attività non rientrando nei Lea in quanto “non rispondenti a fini della tutela della salute collettiva” è stata totalmente pagata dalle Aziende sanitarie.
 
Più volte le regioni hanno chiesto che la normativa venisse “riesaminata” e come ha riferito Lusenti in audizione i governatori hanno “sollecitato un chiarimento, vale a dire se ciò significasse che l'importo delle prestazioni potesse almeno essere addebitato alle Pubbliche Amministrazioni richiedenti, posto che esse hanno sempre - nelle Regioni in cui ne era domandato il pagamento - continuato a respingere al mittente ogni fatturazione delle somme dovute per tali prestazioni, dichiarandone la gratuità”.
 
In più Lusenti ha spiegato che “siccome anche l'attività di fatturazione era onerosa per le Aziende Sanitarie Locali e aveva comportato problemi legati alla contabilizzazione degli insoluti, si è chiesto negli anni, visto il contenzioso aperto in materia e, tutto sommato, ancora in atto, fra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano, di risolvere la questione in maniera definitiva”.
 
Della questione se ne è interessata anche la Corte Costituzionale ma, come riferisce Lusenti senza risultati concreti. Infatti: “La diatriba ha, infine, condotto alla sentenza della Consulta, purtroppo senza risultati concreti in termini di finanziamento: si ricorda che i suddetti accertamenti sono esclusi dai finanziamenti previsti dallo Stato in quanto espletati solamente a fini fiscali (per contrastare l'assenteismo) e non ai fini della tutela della salute del lavoratore, come ripetutamente è stato sostenuto, per anni, da parte dei vari Ministeri di volta in volta chiamati in causa dalle diverse Pubbliche Amministrazioni richiedenti. Infatti, alla salvaguardia della salute sono deputati i medici curanti che pongono la diagnosi, prescrivono la terapia e formulano la prognosi, tanto è vero che i medici dedicati all'effettuazione delle visite di controllo hanno solamente la facoltà di ridurre la durata del periodo di astensione dal lavoro per malattia, ma non di prolungarlo. Pertanto, tali prestazioni a favore delle Pubbliche Amministrazioni richiedenti hanno comportato a lungo solo un grave onere per il Servizio Sanitario Nazionale, onere per il quale avrebbero dovuto essere individuate regolarmente (e non solo assai sporadicamente, se non addirittura una tantum), le ulteriori risorse”.
 
Poiché quindi tali prestazioni “hanno comportato a lungo solo un grave onere per il Servizio Sanitario Nazionale, onere per il quale avrebbero dovuto essere individuate regolarmente (e non solo assai sporadicamente, se non addirittura una tantum) ulteriori risorse” e considerato che stiamo vivendo “in una situazione di criticità finanziaria, di un aumento della spesa per prestazioni non finalizzate alla tutela della salute”, le regioni ritengono “che non vi siano le condizioni per mantenere questo tipo di attività in carico al Ssn”. E in più sottolineano la necessità di “integrare nuovamente il Fsn con le risorse che sono state sottratte al Ssn in questi ultimi anni per queste finalità (70 mln di €) in quanto hanno sempre fatto parte delle disponibilità finanziarie del Fsn”.

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