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Mercoledì 16 APRILE 2014
Lombardia. Ambulatori aperti fino a tarda sera e abolizione dei superticket: le proposte della Cisl

Il sindacato ha lanciato, nel corso del convegno '‘Al servizio della persona e della famiglia’, alcune idee di riforma del sistema. Proposte anche la sperimentazione della figura dell'infermiera di famiglia e l’introduzione di formule di mutualismo integrativo per la copertura di prestazioni extra-Lea.

Aprire gli ambulatori dei medici di base e specialistici fino a sera tardi e, eventualmente, la domenica mattina, abolire i superticket, cambiare il sistema delle nomine puntando sulle competenze, scegliendo direttori amministrativi e sanitari tra i dirigenti già dipendenti del sistema. Sono alcune delle proposte lanciate dalla Cisl Lombardia nel corso del convegno ‘Al servizio della persona e della famiglia’.

Altri temi proposti dal sindacato hanno riguardato la sperimentazione della figura dell'infermiera di famiglia, già presente in altri Paesi europei, e l’introduzione di formule di mutualismo integrativo per la copertura di prestazioni extra-Lea e alcuni servizi socio-sanitari domiciliari selezionati.
“La società cambia, si evolve. Le risorse pubbliche sono sempre più scarse, è vero, ma questo non deve impedire di riorganizzare un settore decisivo come la sanità, rendendolo più efficace e meno oneroso per i lavoratori, i pensionati e le loro famiglie - ha osservato Gigi Petteni, segretario generale della Cisl Lombardia - I cittadini hanno bisogno di medici di base più disponibili, secondo modalità di orario più flessibili e che prevedano, perché no, l'accesso alle strutture anche al sabato o alla domenica - ha aggiunto - Occorre assumere un approccio territoriale, piuttosto che ospedaliero, favorendo le forme di associazione e cooperazione tra medici di medicina generale, pediatri e specialisti, promuovendo la creazione di strutture territoriali complesse, dove sia possibile anche fare alcuni esami diagnostici, se necessario”.
 
Nel corso dei lavori, il sindacato ha anche snocciolato alcune cifre riguardato il Ssr lombardo. Sono presenti oltre 200 istituti ospedalieri, pubblici e privati, 12 strutture universitarie, pari al 16% dell'intero paese. Il tasso di emigrazione sui ricoveri ordinari è pari al 3,64% (valore più basso in Italia) mentre il tasso di immigrazione è pari al 10,07% (differenziale pari a 6,43%). Gli operatori del sistema sanitario lombardo sono circa 125mila: oltre 90mila dipendenti, quasi 13mila medici e più di 35mila infermieri. Sono stati quasi 3,5 i miliardi di euro investiti tra il 1995 e il 2010 in strutture e tecnologie.
                         
“Oggi la nuova sfida è dare una risposta efficace, appropriata e di qualità ai malati cronici e ai pazienti pluripatologici – afferma il segretario generale della Cisl Lombardia. Occorre pensare a un sistema che assicuri l'accesso e la fruibilità delle prestazioni socio-sanitarie a prevalente carattere sanitario, indipendentemente dalla capacità da parte dell'utente di compartecipare alla spesa. Dobbiamo avere un sistema che sia universalistico e intoccabile – aggiunge – ma affiancato da un nuovo mutualismo, che può dare risposte concrete ai bisogni delle persone”.

La crisi, infatti, contrae i consumi sanitari: la Cisl ha ricordato che secondo una ricerca recente, il 7,5% dei cittadini lombardi ha già rinunciato a prestazioni sanitarie pur avendone bisogno, il 57% è pronto a farlo. “E' ovvio che di fronte a una  situazione di questo tipo le lunghissime liste d'attesa sono un ulteriore disincentivo – sottolinea Petteni -. Occorre intervenire con decisione sui tempi di esami e visite e parallelamente avviare una campagna di informazione sulla prevenzione alla salute”.
 
Nel ridisegno del sistema sanitario regionale, la Cisl propone inoltre che i medici attivi in Lombardia siano convenzionati con la Regione e non con il ministero.  “Come possiamo pensare di rinnovare la sanità lombarda con medici che dipendono da Roma? - afferma Petteni -. In quest'ottica di cambiamento chiediamo anche che le funzioni di direzione sanitaria e amministrativa siano affidate a dirigenti dipendenti del sistema sanitario, non a direttori di nomina politica”.
 

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