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Martedì 20 MAGGIO 2014
Specializzandi. La Consulta dà ragione al Veneto: ok a finanziamento per 90 borse aggiuntive
La Corte Costituzionale ha respinto, con una sentenza pubblicata oggi, la questione di legittimità sollevata dal Governo in cui veniva rilevata l'invasione della potestà esclusiva dello Stato in materia di contratti di formazione. Zaia: "Siamo di fronte a una vittoria per certi versi storica". LA SENTENZA
“Le legge regionale del Veneto che ha istituito i contratti regionali di formazione specialistica, finanziando una novantina di borse di studio aggiuntive per gli specializzandi in Medicina, non lede le prerogative statali in materia di istruzione, professioni e tutela della salute, né i principi di libera circolazione dei medici e di riconoscimento dei loro titoli”.
È quanto ha stabilito la Corte Costituzionale, con la sentenza 126 del 7 maggio scorso, pubblicata oggi sul sito della Consulta, che ha così respinto la questione di legittimità costituzionale sollevata dal Governo nel luglio scorso. Per il Governo la legge regionale invadeva la potestà esclusiva dello Stato in materia di contratti di formazione, era lesiva delle norme in materia di libera circolazione dei medici e di riconoscimento dei loro diplomi e avrebbe violato la Costituzione perché le clausole da essa previste si applicano soltanto ai contratti stipulati dagli specializzandi “aggiuntivi”, determinando un’ingiustificata disparità di trattamento fra specializzandi fruitori dei contratti aggiuntivi e specializzandi assoggettati al contratto nazionale.
Una vittoria accolta con favore nei giorni scorsi dal presidente del Veneto, Luca Zaia: “Siamo di fronte a una vittoria per certi versi storica, ma non è che l’inizio perché tutte le borse di studio per gli specializzandi in medicina, e non solo quelle finanziate direttamente dalla Regione, dovrebbero essere riservate agli studenti residenti o comunque laureati nelle università operanti nella regione”
L’obiettivo della legge emanata della Regione era infatti quello di garantire la formazione specialistica dei medici che si laureano negli atenei veneti di Padova e Verona, finanziando posti aggiuntivi presso le scuole di specializzazione universitaria delle due Università. Sul piatto sono stati messi 27 mln di euro nel triennio 2013-2015 per finanziare 92 borse di studio regionali che integravano il numero dei contratti di formazione ministeriali (circa 400) concessi alle scuole di specialità di medicina in Veneto. In sostanza un modo per assicurare la presenza di specialisti nelle strutture e negli enti del Servizio sanitario regionale.
La legge prevede l’individuazione ogni tre anni del fabbisogno dei medici specialisti da formare alla luce della programmazione sanitaria regionale e della situazione occupazionale. La Giunta regionale è delegata a predisporre i bandi, e potrà anche prevedere particolari norme che impegnino gli specializzati a rimanere a lavorare in Veneto.
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