quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Lunedì 26 MAGGIO 2014
Antibiotico-resistenza. Individuata una molecola che combatte i biofilm di batteri
Il peptide 1018 (12 amminoacidi) riesce a distruggere alcuni biofilm di batteri, strutture spesso resistenti agli antibiotici, e a prevenirne la formazione. Tra i batteri bersaglio, Escherichia coli e stafilococco aureo resistente alla meticillina (MRSA). Un passo in avanti per individuare nuove strategie contro i patogeni organizzati. Lo studio su Plos Pathogens
Una piccola molecola studiata in laboratorio è stata in grado in alcuni casi di evitare che i batteri si organizzassero formando strutture chiamate biofilm, causa frequente di infezioni e spesso resistenti al trattamento con antibiotici. Questa scoperta è stata ottenuta da un gruppo di ricercatori della University of British Columbia, insieme ad altri Istituti, e i risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista Plos Pathogens.
Si tratta di un passo in avanti nella ricerca di nuove strategie volte a combattere le strutture organizzate di batteri, che spesso riescono a sopravvivere all’attacco degli antibiotici: un problema evidenziato recentemente dall’Organizzazione mondiale della Sanità nel Rapporto intitolato Antimicrobial resistance: global report on surveillance 2014.
A richiamare l’attenzione sulla questione è anche Bob Hancock, che ha guidato lo studio odierno, Professore alla UBC, Dipartimento di Microbiologia e Immunologia. “Attualmente c'è un problema grave relativo a microrganismi antibiotico-resistenti”, spiega Hancock. "Il nostro intero arsenale di antibiotici sta gradualmente perdendo efficacia”.
Molti batteri che attaccano la pelle, i polmoni, il cuore o altri organi, formano dei ‘biofilm’, cioè vere e proprie colonie, con alto livello di strutturazione, che sono responsabili dei due terzi delle infezioni nell’uomo a livello globale.
Hancock, insieme ai colleghi, ha dimostrato che il peptide noto come 1018, formato da 12 amminoacidi, previene la formazione di biofilm e ne distrugge alcuni tipi, riferiscono gli scienziati, che spiegano come questa molecola sia in grado di agire sia sui batteri Gram-positivi che su quelli Gram-negativi – le due principali classi in cui si dividono i batteri. E tale molecola lavora anche contro i principali patogeni antibiotico-resistenti, quali Pseudomonas aeruginosa, Escherichia coli e stafilococco aureo resistente alla meticillina (MRSA). Altri batteri contro cui può essere efficace sono: Acinetobacter baumannii, Klebsiella pneumoniae, Salmonella Typhimurium e Burkholderia cenocepacia, si legge nella pubblicazione.
Il peptide mostra un’azione che blocca il (p)ppGpp, un importante segnale dello sviluppo dei biofilm. Nella discussione dello studio, si legge che questo peptide presenta almeno tre effetti sui batteri: prevenzione della formazione di biofilm, distruzione dei biofilm ad una concentrazione non letale per le cellule planctoniche, dispersione dei biofilm anche maturi (di due giorni).
“Gli antibiotici rappresentano i medicinali di maggiore ‘successo’ del pianeta. La mancanza di antibiotici efficaci porterebbe a profonde difficoltà rispetto ad importanti interventi chirurgici, trattamenti di chemioterapia, trapianti, e persino lesioni lievi”, ha affermato Hancock. “La nostra strategia rappresenta un avanzamento significativo nella ricerca di nuovi agenti che colpiscano specificamente biofilm batterici”.
Viola Rita
© RIPRODUZIONE RISERVATA