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Martedì 08 LUGLIO 2014
Patto sulla Sanità Digitale. Lorenzin: “Risparmi per 7 miliardi”. Ecco il testo
Tra le priorità: nuova modalità di interazione multidisciplinare tra professionisti in ambito ospedaliero e territoriale, soluzioni e servizi per la continuità assistenziale, prenotazioni on line per i cittadini, nuova logistica del farmaco. Si cercano 3,5‐4 miliardi di risorse necessarie da investire in tre anni. IL DOCUMENTO
“Alla fine del processo, il Patto per la sanità digitale permetterà un risparmio quantificabile in sette miliardi”. Lo ha assicurato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenuta ieri a Venezia per la presentazione del Patto sull’e-Health elaborato nell’ambito del complessivo Patto per la Salute. All’evento (vedi l'elenco di tutti i partecipanti) era presente anche Federsanità Anci, che ha espresso soddisfazione per “l'entusiasmo manifestato dal Ministro rispetto al documento programmatico” e si è detta " fermamente convinta che l'e-Health, quale fattore abilitante e in taluni casi determinante, possa svolgere un ruolo chiave nell’evoluzione contemporanea dei modelli assistenziali e di quelli organizzativi".
Ma non si pensi a soluzioni miracolose: avverte il Patto: “Non è l’innovazione tecnologica di per sé stessa a generare efficienza ed economia di gestione, ed è concettualmente sbagliato (e pericoloso, in termini di sovradimensionamento delle aspettative) lanciare slogan in questo senso: le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (ICT), rappresentano solo uno strumento – il principale – attraverso il quale può essere profondamente ridisegnato un modello organizzativo di sanità pubblica”, si legge nel documento.
Detto questo, secondo il Patto, per promuovere in modo sistematico l’innovazione digitale e non lasciare che questa sia realizzata in “modo sporadico, parziale, non conforme alle esigenze della sanità pubblica”, è necessario predisporre “un piano strategico che contenga alcuni interventi normativi per rimuovere alcuni ostacoli che rallentano o, in alcuni casi, ne impediscono la diffusione”.
LE RISORSE
Certo, un piano strategico di sanità elettronica richiede una quantità significativa di risorse economiche dedicate. Investimenti quantificabili nel documento intorno ai 3,5‐4 miliardi nell’arco di un triennio. “Il tema del finanziamento del piano diventa quindi un elemento esiziale: riuscire a trovare un simile ‘tesoretto’ rappresenta la differenza tra un bellissimo libro dei sogni e un piano che si trasforma in realtà”, si legge nel documento. Che prevede, comunque, fonti per il finanziamento molteplici:
• i fondi strutturali, con particolare riferimento alle Regioni Convergenza, nel quadro delle azioni di “Procurement Pre‐Commerciale” (PCP) e di sviluppo dell’Agenda Digitale;
• fondi ad‐hoc stanziati da Stato e Regioni, anche nel quadro di iniziative di Partenariato Pubblico‐Privato (PPP) capace di “moltiplicare” le risorse attivabili;
• iniziative private, attraverso modelli di project financing e/o di performance based contracting (i fornitori vengono remunerati sulla base di obiettivi predefiniti e misurabili, in termini di condivisione dei ricavi e/o dei minori costi conseguiti);
• quote a carico dei cittadini, per la fruizione di specifici servizi di e‐health a valore aggiunto (ovviamente, su adesione volontaria a servizi “premium” da parte degli assistiti del SSN).
OBIETTIVI STRATEGICI E PRIORITARI
• L’efficientamento complessivo del SSN
• Una maggiore trasparenza del sistema
• Una maggiore accountability
• Lo sviluppo di nuova consapevolezza e responsabilizzazione del paziente e dei suoi caregivers
• La realizzazione di servizi in rete capaci di promuovere stili di vita portatori di benessere
• Il pieno coinvolgimento di tutti gli stakeholder
Questi gli obietti strategici del Patto. Perché, si legge nel documento, “in questo modo è possibile preservare la sostenibilità di un sistema che assiste a una progressiva espansione della domanda di benessere (e non, soltanto, di salute) da parte di una popolazione in progressivo invecchiamento”.
Nel Patto vengono poi evidenziate alcune tra le priorità di intervento, e in particolare:
• Modelli organizzativi e strumenti per la razionalizzazione dell’infrastruttura IT della Sanità Pubblica; business continuity e disaster recovery
• Unified Communication e Collaboration come nuova modalità di interazione multidisciplinare tra professionisti in ambito ospedaliero e territoriale
• Soluzioni e servizi per la continuità assistenziale ospedale‐territorio: i PDTA come nuova modalità di approccio e i sistemi di Patient Workflow Management
• Dal “Taccuino personale del cittadino” al “Personal Healthcare Assistant”: nuove piattaforme di servizi “information intensive” per i cittadini. Dalla prenotazione e check‐in on line, dal pagamento multicanale e contactless al download e upload bidirezionale di informazioni sullo stato di wellness
• Cure primarie: nuovi modelli organizzativi e cartella clinica condivisa
• Sistemi Informativi Ospedalieri integrati
• Modelli e soluzioni per la Clinical Governance
• Logistica del farmaco, “farmaco a casa” e Soluzioni di Business Intelligence per il monitoraggio dell’appropriatezza delle prescrizioni farmaceutiche
• Teleconsulto, telerefertazione, telediagnosi, telemonitoraggio, teleriabilitazione; telemedicina e integrazione col Fascicolo Sanitario Elettronico
• Analisi e condivisione sull’utilizzo di “SNOMED CT” quale standard semantico di riferimento per lo scambio di informazioni di salute relative ai cittadini a livello nazionale e transfrontaliero; valutazione dell’impatto derivante dall’adozione di tale standard.
Queste priorità, si sottolinea nel documento, “verranno discusse in progress in modo da giungere a una versione condivisa con tutti gli stakeholder”.
COMITATO DI COORDINAMENTO DEL PATTO
Prevista l’istituzione di un Comitato di Coordinamento del Patto, formato da un rappresentante per ciascuna delle categorie di stakeholder coinvolte (tra cui Asl, Ao, Aou, Irccs medici di famiglia, farmacisti e filiera del farmaco, fornitori di soluzioni e servizi ICT in ambito Sanità e fFornitori di dispositivi elettromedicali e di apparati e soluzioni per la telemedicina). Il Comitato di Coordinamento sarà presieduto da un rappresentante del Ministero della Salute, il quale potrà avvalersi della collaborazione di un Coordinatore terzo. Per ciascuna delle priorità progettuali individuate potrà essere costituito un gruppo di lavoro specifico, partecipato da tutti gli stakeholder interessati ed esteso – su chiamata specifica – alla partecipazione di consulenti e ricercatori di chiara fama. Il Comitato potrà avvalersi anche di singoli esperti in relazione alle priorità progettuali. Tutte le persone coinvolte a qualsiasi titolo all’interno del Patto e dei suoi gruppi di lavoro parteciperanno a titolo completamente gratuito.
Il Comitato di Coordinamento si avvarrà, inoltre, di primarie strutture accademiche alle quali competerà un ruolo di valutazione preliminare e asseverazione dei piani economico‐finanziari sottesi alle iniziative di partenariato pubblico‐privato da attivare.
LA TEMPISTICA
Immediatamente dopo l’insediamento del Comitato di Coordinamento (estate 2014), verrà pianificata una serie di incontri, “a livello rigorosamente precompetitivo”, dove la domanda e l’offerta analizzeranno in concreto la possibilità di attivare meccanismi di partenariato pubblico‐privato per dar vita a progetti di digitalizzazione a partire dall’elenco delle priorità definito di comune accordo tra le parti.
Nel contempo, il Ministero della Salute si impegna a favorire le condizioni per avviare un tavolo di studio con AVCP e Corte dei Conti finalizzato a divulgare modelli di applicazione delle norme che già oggi regolano forme contrattuali di partenariato pubblico‐privato rendendole facilmente accessibili alle stazioni appaltanti anche attraverso la pubblicazione di linee guida, contratti tipo, casi d’uso immediatamente applicabili al contesto specifico.
Il Ministero si impegna inoltre ad avviare e concludere entro la fine del 2014 una ricognizione dei fondi disponibili e/o attivabili sulla base della quale il Comitato predispone, sempre entro la fine del 2014, un primo Master Plan di proposte relative a iniziative di Partenariato pubblico‐privato, da avviare secondo le norme vigenti attraverso procedure a evidenza pubblica.
Previsto l’avvio, già nel corso del 2014, di iniziative sperimentali (proof of concept) volte a validare i modelli teorici sviluppati.
Al termine di questo primo ciclo di lavori (fine 2014), verrà prodotto un rapporto conclusivo che sarà presentato ufficialmente al Ministro della Salute e a tutte le istituzioni coinvolte. Il rapporto conterrà il Master Plan per le iniziative di Sanità Digitale, comprese le indicazioni prioritarie, i cronoprogrammi attuativi e i modelli di copertura finanziaria previsti, anche tenuto conto dei risultati delle iniziative sperimentali avviate. Tutte le iniziative contenute nel Master Plan saranno oggetto del Patto per la Sanità Digitale tra le istituzioni e le associazioni di categoria.
Nel 2015 si avvierà la fase di analisi dei dati e di avvio del Master Plan, attraverso singole operazioni di partenariato pubblico‐privato attivate dalle amministrazioni e dai partner privati interessati.
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