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Lunedì 15 SETTEMBRE 2014
Il bluff del Governo sui giovani



Gentile Direttore,
ormai diversi indizi fanno pensare che nel nostro paese non si abbia alcun interesse a preservare la salute dei cittadini e garantire un lavoro ai giovani medici e, visti i rumors su nuovi ulteriori tagli, è palese che la sanità non sia una priorità nell’agenda del governo. Curioso come l’ondata di novità che sembra attraversare l’Italia lasci in un cono d’ombra la sanità, forse perché subappaltata alle Regioni, forse perché troppo complessa per essere tradotta in 140 caratteri, forse per altri motivi che non conosciamo.

Nonostante dichiarazioni rassicuranti, sembra anche evidente che la politica vuole letteralmente mandare in frantumi il patto generazionale, in un continuo rimpallo di responsabilità tra Ministero della Salute, Regioni e Ministero dell’Economia. Il Governo ha già perso credibilità su temi come “staffetta generazionale, flessibilità del turnover e sviluppo delle risorse umane”, fortemente sostenuti come provvedimenti per un ricambio generazionale, contenuti nel Patto della Salute e nella Riforma della Pubblica Amministrazione, salvo poi essere smentiti con il rifiuto a vincolare i risparmi della rottamazione alla stabilizzazione dei precari o alla occupazione giovanile, un nuovo ventilato taglio di tre miliardi al fondo sanitario nazionale, l’ennesimo blocco dei contratti di lavoro e la mancata stabilizzazione del precariato medico. Possibile che si voglia condannare i giovani alla palude della miriade di contratti atipici, “uccidendo” il loro futuro previdenziale? Adesso si comprende il perché di un autunno caldo con le secchiate di acqua “gelida”.

Rabbia, indignazione e rammarico stanno per lasciare il posto ad una pericolosa rassegnazione. Siamo rassegnati al fatto che da molto tempo non si prendano decisioni coerenti nell'interesse di tutti per favorire sempre esclusivamente i soliti noti. Come pensa questo esecutivo di garantire ai cittadini i Livelli Essenziali di Assistenza, a fronte di tagli lineari che anno dopo anno stanno distruggendo un servizio sanitario pubblico che oramai si regge quasi esclusivamente sulla abnegazione e sul senso del dovere dei suoi operatori, medici e infermieri che siano. La buona volontà non basta e la pazienza e la resistenza di noi giovani medici sta per finire, mentre il Governo sfoglia la margherita (francese) per l’accesso al corso di laurea ed il numero programmato viene picconato dalle sentenze del Tar, senza che nessun responsabile venga individuato o sanzionato.

Come possiamo ipotizzare un futuro se, dall'università in poi, rimaniamo vittime di una politica vecchia che pare non aver “imparato” nulla dalla storia? Possiamo dimenticarci dei risparmi effettuati dalle aziende sanitarie attraverso vere e proprie ruberie perpetrate nei confronti dei giovani medici per il mancato riconoscimento delle funzioni e delle specifiche indennità dopo il compimento dei 5 e 15 anni di servizio, con cifre oscillanti, nel periodo 2011-2014, tra 10.000 e 40.000 € pro capite, sottratte al montante previdenziale?

Non ci reputiamo, come categoria, meno “strategici” delle forze dell'ordine e non siamo disposti ad accettare più tagli, blocchi o altre presentazione in power point per farci pagare più volte il debito che hanno causato altri e che abbiamo già ampiamente pagato.

Domenico Montemurro (Responsabile Nazionale Settore Anaao Giovani)
Dario Amati (Responsabile Macro Regione Nord Settore Anaao Giovani)
 

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