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11 GENNAIO 2015
Gli infermieri si scoprono “liberi professionisti”. In un anno 3 milioni di prestazioni private ai cittadini. Un giro d’affari di 850 milioni di euro

I dati al centro del convegno in programma a Bologna e promosso da Enpapi e Ipasvi. Silvestro: “La libera professione è una scelta coerente con la maturazione della professione”. Schiavon: “Purtroppo anche noi subiamo la crisi economica e il fatturato è tornato al livello del 2004”. Le regioni più interessate sono Lombardia, Lazio, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna e Campania.

Nell’immaginario l’infermiere è in linea di massima un pubblico dipendente. Ce lo immaginiamo negli ospedali e da qualche anno in forma sempre più estesa anche negli ambulatori territoriali. Ma c’è un’altra realtà professionale che sta emergendo e sulla quale la categoria punta molta. Quella dell’attività libero professionale. In tutto ad oggi sono oltre 39mila, su un totale di 422mila infermieri iscritti alla Federazione Ipasvi, quelli che risultano contribuenti dell’Ente previdenziale della categoria, l'Enpapi. Si tratta di infermieri libero professionisti ( di cui 12.078 stranieri) che esercitano la loro attività al di fuori del Ssn.
 
Per fare il punto sull'esercizio libero professionale infermieristico la Federazione nazionale Ipasvi e l’Enpapi hanno organizzato a Bologna la terza Conferenza nazionale sulla libera professione infermieristica.
 
Sul tavolo anche i dati di un recente report del Censis
 che rileva come nel 2012 siano stati 1,4 milioni i cittadini che hanno fatto ricorso a un infermiere privato per avere assistenza continuativa e 1,6 milioni per prestazioni una tantum.  Il valore monetario di queste prestazioni, sempre secondo il Censis, è stato di oltre 850 milioni.
 
Di questa somma, 287 milioni sono quelli spesi da 958mila pazienti con patologie tumorali con una diagnosi da meno di cinque anni (quelli cioè che hanno necessità maggiore di continuità assistenziale) rispetto agli 1,9 miliardi per assistenza domiciliare privata spesi sempre dai malati oncologici.
 
Sotto la lente anche i dati ufficiali dell’Enpapi
, limitati ovviamente solo agli iscritti, che indicano redditi da libera professione pari a 364,131 milioni l’anno circa, per un volume di affari introno ai 410 milioni. Il reddito medio di un libero professionista è di 22.122 euro l’anno per un volume di affari che sempre in media  è di 24.995 euro.
 
Dal punto di vista della distribuzione geografica, secondo i dati Enpapi, l’esercizio libero professionale prevale in Lombardia, seguito da Lazio, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Campania. Il Nord Ovest, di fatto, ha il maggior numero di iscritti.
 
“La libera professione infermieristica - spiega Mario Schiavon, presidente Enpapi - ha vissuto, per lungo tempo, anche un incremento nei fatturati e nei redditi conseguiti: questo processo, purtroppo, si è concluso nel 2010, quando le medie nazionali hanno iniziato a diminuire, a causa delle conseguenze della crisi finanziaria iniziata nel 2007/2008. Gli ultimi dati disponibili, relativi al 2013, si attestano ad un livello di poco inferiore a quello del 2004”.
 
Ancora dal punto di vista territoriale, i redditi/volumi di affari più alti si riscontrano in Trentino-Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia. La macro area che presenta i livelli più alti è il Nord Ovest.
 
Assicurazioni obbligatorie secondo regole Ue. Tra le regole e le opportunità vi è anche il neonato Dpr (che ha incassato il via libera delle Regioni prima di Natale) sulla disciplina dei requisiti minimi uniformi per l'idoneità dei contratti di assicurazione obbligatori per gli esercenti le professioni sanitarie. Il Dpr, in attuazione della legge n.189/2012 “Balduzzi”, prevede un fondo rischi sanitari presso Consap Spa (Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici) per i professionisti della sanità che non sono in grado di sostenere i costi dell'assicurazione obbligatoria per motivi di reddito o che sono stati «rifiutati» dal mercato assicurativo e che possano essere attuate convenzioni o polizze collettive dalle Rappresentanze apicali delle professioni sanitarie. "A tal proposito" - afferma Annalisa Silvestro, senatore in commissione Igiene e Sanità a Palazzo Madama e presidente della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi - “attiveremo in breve una gara europea per procedere, in maniera chiara e trasparente, all'individuazione di un broker per dare poi corso ad una polizza collettiva per i liberi professionisti ma aperta anche a tutti gli infermieri che vorranno utilizzarla".
  
"L'espansione della libera professionale infermieristica – conclude Silvestro  non è solo una conseguenza dell'interesse dimostrato dal mercato del lavoro e non è nemmeno legata alla contenuta possibilità di inserimento nella sanità pubblica: è una scelta coerente con la maturazione della professione e con la consapevolezza dei professionisti infermieri della specificità e autonomia del loro pensiero e del loro agire dopo un ricco e peculiare percorso formativo. Siamo convinti che l'esercizio libero professionale sarà valore aggiunto per la costante ridefinizione delle modalità e dei contenuti della risposta assistenziale infermieristica e per l'ulteriore crescita e visibilità del gruppo professionale”.

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