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Martedì 20 GENNAIO 2015
Sclerosi multipla. In presenza di Helicobacter pylori la disabilità è più lieve. Ma solo nelle donne

L’intrigante ipotesi da uno studio della University of Western Australia e spezza una lancia a favore dell’ipotesi dell’igiene, che sarebbe alla base di varie malattie autoimmuni e allergiche. Ma le cose non sono così semplici. Tra gli uomini infatti, questa infezione sembra avere l’effetto opposto, predisporrebbe cioè alla sclerosi multipla e ad una maggior disabilità

Uno studio australiano, appena pubblicato su Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry , riapre i giochi per quanto riguarda la cosiddetta ‘ipotesi dell’igiene’ nella patogenesi della sclerosi multipla e allo stesso tempo offre spunti di riflessione per quello che appare come un clamoroso caso di medicina di genere.
 
Tra il 2007 e il 2011 il professor Allan G. Kermode e colleghi della University of Western Australia hanno sottoposto al test per Helicobacter pylori 550 persone affette da sclerosi multipla e un gruppo di controllo di 299 soggetti. I risultati di questa ricerca evidenziano che la prevalenza dell’infezione da H. pylori  è significativamente ridotta ( - 30%) nelle persone affette da sclerosi multipla, rispetto al gruppo di controllo, ma solo tra le donne.
 
Andando a considerare inoltre tutta una serie di altri fattori, quali l’età al momento della diagnosi di SM, l’anno di nascita e la durata dei sintomi, le donne con SM, risultate positive al test dell’H. pylori presentavano un minor grado di disabilità derivante dalla SM, rispetto a quelle senza infezione da H. pylori.
 
E sarebbe proprio questa minor disabilità nelle portatrici dell’infezione a spingere il professor Jun-ichi Kira,  dell’Istituto di Neurologia dell’università di Kyushu (Fukuoka, Giappone) a parlare di ‘effetto protettivo’ dell’infezione da H. pylori, nel suo editoriale di accompagnamento allo studio.
“In generale – commenta Jun-ichi Kira – questa relazione inversa tra infezione da H. pylori e SM sembrerebbe corroborare l’ipotesi dell’igiene, rafforzata anche dal dato epidemiologico di un maggior aumento di prevalenza della SM, soprattutto nel sesso femminile. Resta comunque da chiarire come mai questo presunto effetto protettivo emerga solo tra le donne”.
 
Nel gruppo dei maschi i risultati sono stati diametralmente opposti: quelli positivi al test dell’H. pylori risultavano portatori di un maggior grado di disabilità. Non è stato infine evidenziato alcun rapporto tra la presenza o meno di infezione e il tasso di recidive.
 
Secondo gli autori dello studio, questi risultati sembrano suggerire, almeno nel sesso femminile, un ruolo protettivo dell’infezione da  H. pylori nei confronti della sclerosi multipla; allo stesso tempo non è tuttavia possibile escludere che l’infezione da H. pylori rappresenti solo un marker surrogato della cosiddetta ‘ipotesi dell’igiene’.
 
L’infezione da H. Pylori viene in genere contratta prima dei due anni di età; da allora questo batterio alberga nello stomaco e vi resta per tutta la vita, a meno che non venga eradicato da un’opportuna terapia antibiotica. L’infezione è frequentissima: si stima che ad esserne affetta sia una persona su due nel mondo, anche se i tassi in prevalenza sono nettamente superiori nei Paesi in via di sviluppo, a causa delle scarse condizioni igieniche e di una minor prescrizione di terapie antibiotiche.
 
Dal canto suo, la prevalenza della sclerosi multipla, come anche quella di altre malattie autoimmuni, è in aumento in tutto il mondo, in particolare tra le donne. Non sono chiari i motivi di questo fenomeno e, tra le ipotesi avanzate, c’è quella di un ‘eccesso’ di igiene. Secondo questa teoria, contrarre malattie infettive nei primi anni di vita aiuterebbe l’organismo a plasmare e a regolare il sistema immunitario, e questo contribuirebbe a proteggere dalle malattie autoimmuni e allergiche/atopiche più avanti nel corso della vita.
 
Maria Rita Montebelli

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