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Giovedì 22 GENNAIO 2015
Cosenza. Maxi truffa alle assicurazioni: 7 arresti. Nascituro ucciso in finto incidente per ottenere risarcimento

La base operativa era l'ospedale civile di Corigliano Calabro, dove venivano rilasciate certificazioni mediche false per trarre in inganno medici legali delle compagnie di assicurazioni e, poi, spartirsi i profitti. Arrivando addirittura all'infanticidio. E' quanto emerso da un'operazione della Guardia di Finanza e della Polizia che vede indagate 144 persone.

Polizia di Stato e della Guardia di Finanza di Cosenza hanno eseguito sette misure cautelari nell'ambito di un'operazione che vede coinvolte a vario titolo 144 persone, con accuse che vanno dall’omicidio volontario al falso ideologico, dalla corruzione al peculato, per una serie di presunte truffe ad assicurazioni per falsi incidenti stradali. Nel corso delle indagini è stato accertato che una donna di 37 anni, tra la 24 e 28 settimana di gestazione, con il concorso di due medici di Corigliano ha simulato un incidente stradale, provocando la morte del bambino che aveva in grembo, al fine di conseguire il risarcimento del danno. Nonostante la partoriente, infatti, fosse stata indotta al parto prematuro, il feto, nato vivo, sarebbe stato deliberatamente privato di ogni necessaria assistenza utile per la sua sopravvivenza, causandone così la morte. Una volta riscosso l'indennizzo, medici e pazienti si sarebbero divisi i soldi del risarcimento ottenuto dall'assicurazione.

Altri due medici dell’ospedale calabrese sono accusati, inoltre, di aver rilasciato certificati per patologie invalidanti, senza sottoporre i pazienti a visita, mentre un radiologo aveva attribuito a persone sane le radiografie di individui effettivamente malati ma che non avevano alcun nesso con incidenti stradali. Arrestata anche un’avvocatessa, accusata di aver prodotto certificati medici falsi. 

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