quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 27 GENNAIO 2015
Anteprima. Il 28 febbraio il “D-Day” per l'intramoenia. Stop alle sperimentazioni. Fuori dall'ospedale solo chi è in regola

Alla prossima Conferenza Stato Regioni l'accordo sui criteri per la verifica del programma sperimentale per la libera professione intramuraria. Promossi gli studi medici che supereranno la verifica. Un anno di tempo ancora per quelli in fase di regolarizzazione. Stop a chi non si è messo in regola con le norme del decreto "Balduzzi".  IL DOCUMENTO.

Fine corsa per il programma sperimentale autorizzato, in via residuale, per lo svolgimento dell’attività intramoenia presso gli studi privati collegati in rete nelle Aziende del Ssn e Enti che non potevano garantire spazi ad hoc per esercitarla.
 
La data del 28 febbraio, fissata dalla legge 120 del 2007 e successive modificazione, che impone alle Regioni di verificare lo stato dell’arte della sperimentazione è ormai prossima. Per questo sarà esaminato nella prima Conferenza Stato Regioni utile, la bozza di Accordo "in materia di criteri per la verifica del programma sperimentale per la libera professione intramuraria ai sensi dell'art. 1 comma 4 bis) della legge n. 120 del 3 agosto del 2007. n. 120" che mette nero su bianco i criteri per la capire quali Aziende sanitarie ed Enti saranno promosse, rimandate o bocciate.
Il programma sperimentale, lo ricordiamo, in linea con quanto previsto dal Decreto Balduzzi, era stato attuato per garantire la piena trasparenza e tracciabilità dei pagamenti dell’Alpi e prevedeva l’attivazione delle infrastrutture di rete per il collegamento, in voce o in dati, tra l'Azienda o l'Ente e le strutture nella quali erogare le prestazioni in intramoenia.
 
I promossi. Se la verifica sarà positiva, ossia se le Regioni constateranno che sono state messe a regime tutte le indicazioni imposte dalla legge, lo svolgimento dell’attività intramuraria presso gli studi privati collegati in rete da sperimentale diventerà permanente.
 
I rimandati. Invece nel caso in cui dalla verifica emerga che al programma non è stata data piena attuazione a causa dell’inadempienza dell’Azienda sanitaria o dell’Ente, provvederà la Regione o la provincia autonoma mettendo in atto provvedimenti ad hoc idonei a superare l’inadempienza. In questo caso la verifica sarà rimandata di un anno.
 
I bocciati. Si chiudono invece i giochi per le aziende e gli Enti che incasseranno parere negativo: tutte le attività autorizzate cesseranno inderogabilmente entro il 28 febbraio prossimo.
 
I criteri utilizzati. Tra i criteri che le Regioni devono seguire per dare o meno il placet ci sono: la verifica della sottoscrizione della convenzione annuale tra il professionista e le strutture sanitarie del Ssn; la verifica delle infrastrutture di rete per il collegamento, in voce o in dati, tra l’azienda e lo studio del professionista con le modalità tecniche individuate dalla legge; la verifica che il servizio di prenotazione sia stato effettuato esclusivamente attraverso l’infrastruttura di rete. E ancora che sia stata assicurata la tracciabilità del pagamento direttamente alle strutture sanitarie e fissate le tariffe.

© RIPRODUZIONE RISERVATA