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Lunedì 23 FEBBRAIO 2015
Studio su Jama. La sauna allunga la vita. Ma non si sa perché

La ricerca, frutto del lavoro di studiosi finlandesi, americani e italiani, suggerisce che la pratica della sauna, effettuata con costanza anche tutti i giorni e con sedute lunghe anche venti minuti, riduce il rischio di morte cardiaca improvvisa e di mortalità per tutte le cause. La ricerca non è stata però in grado di fornire una spiegazione al fenomeno

La gente fa la sauna perché dà un senso di benessere, rilassa, si dice ‘purifichi’ dalle tossine, aumentando la sudorazione. Ma da oggi gli amanti del cubicolo di legno a 60-80°, hanno un motivo in più per indulgere in questi piaceri. Uno studio appena pubblicato su JAMA Internal Medicine, suggerisce che fare la sauna di frequente riduca il rischio di eventi cardiovascolari e di mortalità per tutte le cause. Almeno tra gli uomini.
 
Già in passato i risultati alcuni studi avevano dimostrato che la sauna si associa ad una migliore funzionalità cardiovascolare; non era ancora noto però l’effetto di questa pratica sul rischio di morte improvvisa, né su quello delle patologie cardiovascolari fatali.
 
Gli autori dello studio, condotto dalla University of Eastern Finland di Kuopio, in collaborazione con la Emory University di Atlanta e con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, hanno studiato dunque l’associazione tra la pratica della sauna e il rischio di morte cardiaca improvvisa, coronaropatie fatali e mortalità cardiovascolare e per tutte le cause in un gruppo di 2.315 uomini finlandesi di mezz’età (42-60 anni), facenti parte del Finnish Kuopio Ischemic Heart Disease Study, seguiti per una media di 21 anni. In questo lasso di tempo sono stati registrati 281 infarti fatali, 407 decessi da cause cardiovascolari e 929 morti per tutte le cause.
 
Rispetto a quanti riferivano di fare la sauna solo una volta a settimana, il rischio di morte cardiaca improvvisa è risultato ridotto del 22% in quelli che di saune ne facevano 2-3 a settimana e addirittura del 63% in quelli che la facevano da 4 a 7 volte a settimana.
 
Il rischio di eventi coronarici fatali a sua volta è risultato ridotto del 23% nei maschi che facevano la sauna 2-3 volte a settimana e del 48% in quelli che la facevano 4-7 volte a settimana, rispetto a chi si limitava ad una seduta per settimana. Il rischio di mortalità cardiovascolare risultava dimezzato nei più assidui praticanti della sauna e anche la mortalità per tutte le cause, in questo gruppo, risultava ridotta del 40% rispetto a chi la sauna la faceva solo una volta a settimana.
 
Influente su queste statistiche è risultato anche il tempo passato nella sauna per ogni sessione; quelli che  resistono più di 19 minuti presentano un rischio di morte cardiaca improvvisa ridotto del 52% rispetto a chi permane tra i vapori per meno di 11 minuti.
 Gli autori dello studio  non sono stati in grado di stabilire quale sia il meccanismo protettivo della sauna sulla salute del cuore e del fisico in generale, per questo auspicano che vengano condotti studi ad hoc, in grado di chiarire questo punto. Tra le ipotesi possibili c’è il relax indotto da questa pratica, ma anche la possibilità di vivere una vita nella quale trovi posto tutti i giorni un’oasi dedicata a se stessi e al rilassamento, il piacere di incontrare gli amici e di scambiare due chiacchiere o infine qualche meccanismo fisiologico legato proprio alla pratica della sauna.
 
Ma pur non essendo in grado di spiegare come mai gli uomini che indulgono più frequentemente nei piaceri della sauna risultino alla fine più longevi degli altri “chiaramente – scrive in una nota di commento il direttore di JAMA Internal Medicine, Rita F. Redberg, University of California (San Francisco) – il tempo passato nella sauna, è tempo speso bene”.
 
Maria Rita Montebelli

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