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01 MARZO 2015
Ciglia finte. Promosse dagli scienziati Usa: “Proteggono gli occhi. Ma non devono essere troppo lunghe”

La moda delle ciglia finte ha da oggi anche l’approvazione degli scienziati. Se della giusta lunghezza, aiutano a proteggere gli occhi dalla secchezza e dal pulviscolo. "Meglio indossare ciglia finte piuttosto che tenersi le propria ciglia corte, che non proteggono l’occhio da polveri e correnti d’aria". Ma non bisogna discostarsi troppo dalla lunghezza ideale, che è pari ad un terzo della larghezza dell’occhio

C’è chi le ha lunghe come le ali di una farfalla, chi cerca di sopperire ad una loro scarsità con delle ‘protesi’ ad hoc e chi infine le ha della lunghezza giusta. Si perché adesso, un nuovo studio pubblicato su Journal of the Royal Society Interface, sancisce una volta per tutte qual è la lunghezza ‘ideale’ delle ciglia.
La proporzione aurea di questo elemento anatomico, tanto importante per la bellezza dello sguardo, ma anche per la sua salute, è pari ad un terzo della larghezza l’occhio.
 
Se le ciglia sono più corte, l’occhio è più esposto agli insulti degli agenti atmosferici o della polvere; se troppo lunghe, come nel caso delle ciglia finte ‘teatrali’, si crea un problema di ‘correnti d’aria’, che si producono ad ogni battito di ciglia, con conseguenze sulla salute dell’occhio.
 
L’idea per questo studio ha preso forma dopo una visita al celeberrimo Museo Americano di Storia Naturale di New York, quello di ‘Una notte al museo’. Qualche tempo dopo i ricercatori del Georgia Institute of Technology hanno realizzato un tunnel del vento, alto una sessantina di centimetri, corredato di un occhio improvvisato e hanno cominciato a verificare cosa succede, a proposito di ciglia, nel mondo dei mammiferi.
 
Gli autori dello studio, hanno inviato uno studente al museo di Storia Naturale, per una singolare missione: misurare la larghezza degli occhi e la lunghezza delle ciglia di vari animali. Con eccezione dell’elefante, che pur avendo occhietti piccoli piccoli ha sviluppato delle ciglia davvero lunghe, tutte le specie studiate nel corso dell’evoluzione avevano sviluppato lo stesso rapporto ‘ideale’ tra la larghezza dell’occhio e la lunghezza delle ciglia. In particolare, gli studiosi americani hanno individuato 22 specie di mammiferi, uomo compreso, passando per ricci e giraffe, tutti accomunati da una caratteristica. Quella di avere le ciglia lunghe un terzo della larghezza dell’occhio, la proporzione ideale, visto che quelle più corte o più lunghe, non proteggono l’occhio dalle correnti d’aria e dalla polvere.
 
Nella seconda parte esperimento, all’interno del tunnel del vento, sono stati ricreati dei flussi d’aria da indirizzare su un modello di occhio umano adulto. In questo ‘occhio’ artificiale, la cornea era rappresentata da un disco di alluminio di 20 millimetri di diametro e 4 di spessore, posizionato su un disco di materiale acrilico che fungeva da ‘viso’. Intorno alla ‘cornea ‘ di alluminio veniva posizionata una retina che mimava le ciglia e l’esperimento è stato ripetuto con retine di  diverse lunghezze, andando ogni volta a misurare le differenze prodotte, in termini di evaporazione e di deposizione di particolato sulla ‘cornea’ di alluminio.
 
“Le ciglia – spiega l’autore dello studio Guillermo Amador, George W. Woodruff School of Mechanical Engineering – formano una barriera che controlla I flussi d’aria e il tasso di evaporazione sulla superficie della cornea. Quando le ciglia sono troppo corte, queste hanno uno scarso effetto sui flussi d’aria; ma quando sono lunghe o lunghissime, come nel caso delle ciglia finte, cominciano a convogliare aria e polvere dentro l’occhio”.
Man mano che nell’esperimento le ‘ciglia’ si allungavano, il flusso d’aria in direzione dell’occhio si riduceva, fino a creare uno strato di aria a scorrimento lento sopra la cornea. Questo consente di mantenere la giusta umidità dell’occhio per un periodo di tempo maggiore, proteggendo allo stesso tempo dal particolato. La gran parte dei flussi d’aria, andando a colpire le ciglia, viene sviata dall’occhio.
 
Quando le ‘ciglia’ diventavano esageratamente lunghe, queste interferivano con le correnti d’aria, fino a creare un flusso cilindrico; in questo modo, sia l’aria, che le particelle di polvere venivano indirizzate proprio verso l’occhio, dove i processi di evaporazione risultavano accelerati.
 
“Questo spiega perché le ciglia finte, così belle ed eleganti, in realtà non siano proprio un toccasana per gli occhi – spiega Amador – Che siano belle non si discute, ma quelle troppo lunghe non sono la cosa migliore per la salute degli occhi.” Però, se una persona è poco dotata sul versante ciglia – prosegue Amador – le ciglia finte, purché di una lunghezza giusta e non eccessiva, possono avere un effetto protettivo sugli occhi ed evitare che si secchino”. “E in linea di massima – prosegue il professor  Alexander Alexeev della School of Mechanical Engineering – è meglio indossare ciglia finte un po’ più lunghe del necessario, ma belle fitte, piuttosto che tenersi le propria ciglia corte, che non proteggono l’occhio da polveri e correnti d’aria”.
 
Uno studio insomma, questo appena pubblicato, che sdogana le ciglia finte, proponendole addirittura come elemento di protezione degli occhi, soprattutto per chi è disposto a comprarle della misura canonica. Ma le ricadute di questa ricerca non finiscono qui. Secondo gli autori, visti questi i risultati, ispirandosi al modello delle ciglia, si potrebbero mettere a punto degli speciali filamenti, da utilizzare per proteggere pannelli solari, sensori fotografici o sistemi robotizzati che operino in ambienti polverosi.
Ciglia finte insomma anche per gli occhi senz’anima dei robot.
 
Maria Rita Montebelli

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