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Martedì 10 MARZO 2015
Toscana. Protocollo Regione-Università-Ordine Medici contro conflitti interesse in sanità

I firmatari si impegnano a diffondere modelli organizzativi e prassi operative finalizzate a un costante monitoraggio in materia di conflitto d'interesse nella pratica medica. E a fornire ai medici e alle altre professioni coinvolte nell'assistenza un modello operativo di comportamento che possa essere garanzia di eticità.

Un protocollo per la promozione di azioni comuni di responsabilizzazione nei confronti del conflitto d'interesse in sanità e di contrasto ai comportamenti scorretti. Lo hanno firmato l'assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, i tre rettori delle Università toscane (Alberto Tesi, Firenze; Massimo Augello, Pisa; Angelo Riccaboni, Siena) e il presidente della Federazione degli Ordini dei medici della Toscana, Antonio Panti.

Il protocollo impegna i firmatari a promuovere un'etica condivisa, un modello organizzativo, prassi operative, azioni formative e un clima culturale adeguato, la promozione di azioni di informazione, prevenzione, monitoraggio e vigilanza in tema di conflitto d'interesse nella pratica medica. E a fornire ai medici e alle altre professioni coinvolte nell'assistenza un modello operativo di comportamento che possa essere garanzia sulla eticità dei singoli e del sistema.

"Non siamo all'anno zero, abbiamo una legge anticorruzione, abbiamo codici etici - chiarisce l'assessore Marroni - Con questo protocollo abbiamo però voluto fare un ulteriore passo avanti in questa direzione. Riteniamo opportuno che le istituzioni e gli ordini professionali collaborino e costruiscano alleanze, perché siano diffusi e condivisi indirizzi in grado di orientare i comportamenti professionali verso le buone pratiche e la trasparenza dei rapporti, vigilando su eventuali infrazioni delle norme giuridiche e deontologiche e disincentivando le prassi che più espongono a rischi di conflitto di interesse, per la tutela del paziente e del pubblico interesse".

"Iniziative come questa - è il commento di Alberto Tesi - rappresentano occasioni importanti per perfezionare la trasparenza delle nostre istituzioni e offrono a chi vi opera sollecitazioni positive verso una sempre maggiore consapevolezza etica". "Con questo patto - osserva Antonio Panti - si vuole fornire a tutti i professionisti della sanità un modello di comportamento e di relazioni tra operatori, pazienti ed enti, consentendo ai cittadini di condividere un tale processo di responsabilizzazione. E si vuole promuovere le direzioni e i vertici organizzativi a tutelare la deontologia, inserendo questa tutela tra i criteri di accreditamento".
 

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