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Mercoledì 02 FEBBRAIO 2011
Usa. Nuova pronuncia di un giudice contro la riforma Obama
Un giudice federale della Florida ha accolto il ricorso presentato da 26 Stati contro la riforma sanitaria di Obama. Incostituzionale la parte in cui obbliga i cittadini a sottoscrivere un’assicurazione sanitaria. La Casa Bianca ha annunciato che ricorrerà in appello. La decisione finale alla Corte Suprema. Ma ci vorrà del tempo.
L' Obamacare, l’importante riforma sanitaria fortemente voluta dal Presidente americano al punto da farne la cifra del suo mandato, continua a far discutere. E' infatti rimbalzata in tutto il mondo la notizia che la Corte federale della Florida, guidata dal giudice repubblicano Roger Vinson, ha dichiarato incostituzionale la parte della legge in cui si obbligano i cittadini a sottoscrivere un’assicurazione sanitaria per evitare sanzioni. Nelle 78 pagine che compongono la sentenza il giudice Vinson afferma che “il vincolo individuale” ad acquistare la polizza è incostituzionale in quanto l’obbligo per tutti i cittadini di acquistare una copertura sanitaria, pena il pagamento di una multa, non rientra “nei poteri del Congresso americano” . E non essendo questo vincolo disgiungibile dal resto della norma, tutta la legge va abrogata.
Vinson ha puntualizzato che la sua decisione comunque non ha nulla a che vedere con l’intento della legge, ma semplicemente con il rispetto dei poteri attribuiti al parlamento dalla Costituzione.
“Questa sentenza – si legge ancora – non vuole determinare se la legge sia saggia o meno, ma se rispetta il ruolo costituzionale del governo”.
La decisione del giudice della Florida si muove sulla stessa linea del giudice distrettuale della Virigina, Henry Hudson, repubblicano anche lui, che nel dicembre scorso aveva stabilito che il Congresso non ha il potere di imporre ai cittadini americani di acquistare un’assicurazione sanitaria pena il pagamento di una multa.
Quindi due giudici repubblicani provano ad opporsi alla riforma sanitaria del presidente Barack Obama facendo leva sulla Costituzione. A dire il vero altri due giudici, questa volta democratici, uno del Michigan e l’altro ancora della Florida, avevano confermato la validità costituzionale della legge.
La sentenza che viene da Pensacola, (Florida) è però particolarmente importante perchè a questa causa hanno aderito, secondo un principio federale previsto dal 10° emendamento del Bill of rights, 26 stati dei 50 che compongono l’Unione.
Che cosa può succedere ora?
Quanto stabilito dal tribunale della Florida non produce conseguenze nell’immediato anche perchè prima del 2014 la riforma non andrà a regime, sarà comunque la Corte Suprema degli Stati Uniti a dare il suo parere definitivo e finale sulla questione, e al momento nessuno è in grado di prevedere gli esiti futuri.
Appena ricevuta la notizia e di fronte alla possibilità di una sconfitta giudiziaria, l’amministrazione Obama ha reagito immediatamente definendo la sentenza di Vinson “un passo più lungo della sua gamba”, mentre il ministero della Giustizia ha annunciato che ricorrerà in appello contro la sentenza.
L’amministrazione Obama, considerato che per il pronunciamento della Corte Suprema ci vuole almeno un anno, vorrebbe evitare il rischio di una sentenza negativa proprio a ridosso delle elezioni presidenziali considerato che, secondo molti analisti, il successo dei tea-party e la conseguente sconfitta per il presidente alle elezioni di mid-term è da attribuire in gran parte proprio alla riforma sanitaria, oltre che alla crisi economica.
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