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Lunedì 06 APRILE 2015
Spina Bifida. Individuati nuovi geni che la causano

Esaminato il Dna di bambini affetti e quello dei genitori sani. Individuate 42 mutazioni de novo, di cui 5 a carico di geni già noti come responsabili di queste patologie in modelli animali. Lo studio realizzato dall’UOC di Neurochirurgia del Gaslini di Genova in collaborazione con il CHU Sainte-Justine Research Center di Montreal.

Uno studio internazionale realizzato dall’UOC di Neurochirurgia dell’Istituto Gaslini di Genova in collaborazione con il CHU Sainte-Justine Research Center di Montreal ha individuato nuovi geni responsabili della Spina Bifida. I risultati dello studio sono stati pubblicati dalla rivista scientifica internazionale Journal of Medical Genetics. I ricercatori dei due centri hanno esaminato il DNA di bambini affetti e quello dei genitori sani mediante tecnologie di Sequenziamento di Nuova Generazione, allo scopo di determinare l’impatto di mutazioni de novo, non ereditate, che determinano una perdita di funzione della proteina. Il risultato è stato l’individuazione di 42 mutazioni de novo, di cui 5 a carico di geni che erano già noti come responsabili di queste patologie in modelli animali. In particolare, i ricercatori hanno trovato un eccesso di mutazioni del gene SHROOM3 che codifica per una proteina che è essenziale per il corretto processo di chiusura del tubo neurale dell’embrione.
 
I neurochirurghi dell’Istituto Gaslini, guidati da Armando Cama direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia, si occupano da anni del trattamento multidisciplinare di bambini affetti da questa grave disabilità, mentre i genetisti della stessa UOC con Valeria Capra, Patrizia De Marco e Elisa Merello, in collaborazione con Zoha Kibar di Montreal, hanno dedicato gli ultimi 20 anni alla comprensione delle cause genetiche della Spina Bifida. Nonostante i progressi degli ultimi anni, rimane ancora molto da fare per identificare completamente i fattori di rischio genetici associati alla Spina Bifida, ma con le nuove tecnologie oggi a disposizione è auspicabile che i ricercatori siano in grado di arrivare a una risposta in modo molto più veloce, confrontando i dati di sequenziamento del DNA di ogni paziente con quelli prodotti in ampie popolazioni di soggetti con le stesse caratteristiche, identificando così i meccanismi comuni che ne sono alla base.

“L’identificazioni di nuovi geni ci permetterà di chiarire, nel tempo, tutti i meccanismi biologici, ancora in gran parte sconosciuti, che portano all'insorgenza della Spina Bifida e per mettere a punto nuove e più mirate strategie di prevenzione primaria, mediante individuazione degli individui con più alto rischio dell’insorgenza di queste malformazioni - spiega Valeria Capra, coordinatrice del progetto -. La conoscenza delle basi genetiche della Spina Bifida permetterà la creazione di pannelli di screening nella popolazione a rischio e nelle coppie fertili e ci auguriamo di poter inoltre individuare nuovi target terapeutici di prevenzione, oltre all’uso già efficace dell’acido folico”.
 
La Spina Bifida o mielomeningocele è la forma più conosciuta di Difetto del Tubo Neurale. Si tratta di un complesso gruppo di malformazioni che insorgono entro il 28° giorno dal concepimento, dovute ad un difetto di chiusura del sistema nervoso centrale e delle strutture ad esso strettamente connesse (cute, osso, meningi). La sintomatologia associata alla Spina Bifida comprende la paralisi degli arti inferiori, l’incontinenza vescicale, l’idrocefalo, il ritardo psicomotorio e le deformità scheletriche.  Questo tipo di malformazioni rappresentano una delle maggiori cause di mortalità e morbilità feto-neonatale, oltre che una delle patologie croniche più invalidanti che colpiscono l’infanzia. I Difetti del Tubo Neurale sono causati da fattori genetici non ancora del tutto noti che interagiscono con fattori di natura ambientale, per lo più di origine materna. 

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