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Mercoledì 15 APRILE 2015
Uranio impoverito e uso indiscriminato di vaccini sui militari. Sì dell’Affari Sociali alla nuova Commissione d’inchiesta 

Il testo unificato presentato a prima firma da Donatella Duranti (Sel) ha passato l'esame della XII commissione di Montecitorio che ha proposto di estendere l'indagine all'incidenza epidemiologica delle malattie correlate all'eventuale esposizione ad agenti patogeni nella popolazione residente in prossimità di zone in cui si svolge l'attività dei poligoni o di siti di deposito di munizioni. IL TESTO

Una nuova commissione d'inchiesta tornerà a occuparsi di uranio impoverito. Dopo le due precedenti commissioni succedutesi nel corso degli anni, l'obiettivo questa volta è quello di riuscire a dimostrare scientificamente il nesso di causalità fra l’eventuale esposizione ad alcuni fattori patogeni e i casi di malattia di cui si è a conoscenza, partendo proprio da tutti quegli elementi "utili" ma "non esaustivi" dei lavori intrapresi in passato.

Il testo unificato presentato a prima firma da Donatella Duranti (Sel) che richiede l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all'esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nano particelle di minerali pesanti prodotte dalle esposizioni di materiale bellico e a eventuali interazioni, ha ricevuto ieri il parere favorevole da parte della commissione Affari Sociali della Camera.

La XII commissione, nel dare il suo via libera, ha inoltre aggiunto un'osservazione: "Valuti la Commissione di merito l'opportunità di prevedere che la Commissione di inchiesta estenda gli obiettivi della sua indagine all'incidenza epidemiologica delle malattie correlate all'eventuale esposizione ad agenti patogeni – che si diffondono per via aerea, attraverso le falde acquifere o con gli alimenti – nella popolazione civile residente in prossimità di zone in cui si svolge l'attività dei poligoni di tiro o di siti di deposito di munizioni ubicati in Italia e conseguentemente di modificare il titolo della proposta di inchiesta".
 
Nel testo si legge come, ad oggi, non si sia ancora riusciti a determinare in maniera incontrovertibile, dal punto di vista scientifico, il nesso di causalità fra l’eventuale esposizione ad alcuni fattori patogeni e i casi di malattia di cui si è a conoscenza. Sulla base di questo presupposto, le domande risarcitorie che hanno trovato accoglimento vengono qui definite "in gran numero inferiori" rispetto a quelle presentate. "Basti solo pensare al vuoto normativo riguardante le cosiddette 'vittime terze', ovvero i figli del personale attivo nei citati scenari, nati con gravi malformazioni", sottolinea il documento.

Un altro punto essenziale, direttamente connesso con la salute del personale militare, riguarda l’uso indiscriminato delle pratiche di vaccinazione. Anche questo elemento è stato preso in considerazione dalle passate Commissioni, ma "evidentemente non è stato adeguatamente approfondito, né si è provveduto con interventi normativi volti a migliorare una situazione di violazione di diritti". Nel testo si spiega infatti che sono stati riscontrati, e documentati, numerosi casi di vaccinazioni ripetute in lassi di tempo brevissimo, senza alcun rispetto delle precauzioni indicate dalle stesse case farmaceutiche e senza, addirittura, la preventiva e indispensabile anamnesi del paziente.

Passiamo ad analizzare nel dettaglio il testo.

All’articolo 1 si istituisce, a norma dell’articolo 82 della Costituzione, la Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato nelle missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni in relazione all’esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e della dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni, nonché sui vaccini somministrati al personale militare e sull’adeguatezza della raccolta e dell’analisi epidemiologica dei relativi dati sanitari, indicandone i compiti.

L’articolo 2 definisce la composizione della Commissione, che è proposta in una versione monocamerale.

L’articolo 3 estende alla Commissione gli stessi poteri dell’autorità giudiziaria, in linea con quanto previsto dall’articolo 82 della Costituzione.

All’articolo 4 si prevede la possibilità per la Commissione di avvalersi sia di personale interno alla Camera dei deputati sia di collaborazioni specializzate esterne.

L’articolo 5 prevede un regolamento interno per il funzionamento della Commissione.

L’articolo 6 disciplina la pubblicità dei lavori della Commissione e obbliga il personale e i collaboratori della Commissione stessa al segreto in relazione agli atti e ai documenti acquisiti.

L’articolo 7 prevede una durata dei lavori della Commissione di due anni, al termine dei quali deve predisporre una relazione sulle risultanze dei suoi lavori.

L’articolo 8 prevede, infine, la copertura dei costi della Commissione attraverso il bilancio interno della Camera dei deputati. 
 
Giovanni Rodriquez

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