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Martedì 21 APRILE 2015
La rabbia dei medici. “Con queste Regioni l’art. 32 della Costituzione è morto. È bene che i cittadini lo sappiano. Governo intervenga”

In una conferenza stampa, Anaao, Fimg, Fimp, Sumai e Cimo hanno accolto con favore la bocciatura da parte del Ministro Lorenzin dell’emendamento sulla responsabilità patrimoniale dei medici in caso di esami inappropriati ma attaccano a testa bassa le Regioni: “Occorre togliere loro il governo della sanità e stop a misure tragicomiche che mettono contro medici e cittadini”.

“Il federalismo sanitario ha fallito. L’art. 32 della costituzione è ormai lettera morta. Bisogna togliere il governo della sanità alle Regioni e poi stop al continuo definanziamento”. Questo il leitmotiv che ha caratterizzato la conferenza stampa organizzata dai medici dipendenti e convenzionati dei sindacati Fimmg, Fimp, Sumai, Anaao e Cimo e che si è tenuta oggi a Roma.

L’incontro con i giornalisti, organizzato per dire no all’emendamento proposto dalle Regioni sulla responsabilità patrimoniale del medico in caso di prescrizioni inappropriate ha visto i sindacati accogliere con favore la bocciatura alla proposta decretata ieri dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ma ha offerto l’occasione ai camici bianchi di poter esprimere le proprie preoccupazioni sullo status della sanità pubblica italiana
 
“La proposta di introdurre la responsabilità patrimoniale per i medici in caso di prescrizioni inappropriate rende sempre più evidente come, al di là dei virtuosismi di singole amministrazioni, la Conferenza delle Regioni sia assolutamente incapace di garantire una buona assistenza – ha dichiarato Giacomo Milillo, Segretario Nazionale Fimmg –. La sua attenzione è concentrata esclusivamente su aspetti ragionieristici e non è in grado di formulare proposte che migliorino in prospettiva il Sistema sanitario e lo rendano sostenibile. È assolutamente necessario che il Governo intervenga, con funzioni sostitutive, e colmi questa carenza diventata ogni giorno sempre più evidente”. Milillo ha poi ricordato come le Regioni negli ultimi anni, prima “non hanno voluto firmare il Patto per la Salute perché non c’erano risorse e poi una volta firmato hanno deciso di tagliarsi le risorse. Ma siamo sicuri che le risorse non potevano essere trovate altrove? Secondo noi sì”.
 
 
“Siamo consapevoli che ogni atto medico ha una responsabilità civile, penale ed erariale. Il dato inaccettabile è pretendere di collegare la necessità di accentuare l'appropriatezza clinica a un atteggiamento intimidatorio nei confronti dei professionisti – ha dichiarato il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise –. È una cosa che non esiste in nessuna parte del mondo. All'appropriatezza si arriva attraverso un patto con i professionisti, non dall'alto, con meccanismi di aggressione e invadenza. Dietro c'è ancora una volta l'idea tragicomica delle Regioni di fare cassa e di scaricare su pazienti e medici i propri sprechi e i costi della politica regionale che restano sempre intatti. Le Regioni insomma cercano solo capri espiatori". E poi ancora: “Il Ssn non può resistere al definanziamento continuo”
 
 
“Proposte come quella delle Regioni, di caricare sui medici la responsabilità patrimoniale in caso di esami inappropriati è solo uno dei tanti esempi di come la politica si sottrae alle proprie responsabilità per scaricarle sugli operatori e sui cittadini – ha dichiarato Roberto Lala, segretario nazionale Sumai-Assoprof –. Bene ha fatto il Ministro della Salute a bocciare l’ipotesi delle Regioni, ma come medici specialisti ambulatoriali non possiamo più tollerare i continui attacchi al Ssn e a chi vi lavora. Il vaso è colmo e oggi siamo qui per denunciare e far capire ai cittadini che proseguire con politiche di tagli vuol dire ormai sentenziare la fine del Ssn. Per scongiurare tutto ciò occorre un patto tra medici e cittadini anche perché l’allontanamento dalle cure è ormai evidente”.
 
“È assolutamente necessario un intervento chiaro del Governo – ha poi evidenziato Paolo Biasci della Fimp - a fronte di proposte, arrivate dalle Regioni, che rischiano di minare i capisaldi su cui si fonda il nostro Servizio Sanitario Nazionale”.
 
“Bene la risposta ferma e decisa del Ministro Lorenzin. Ci auguriamo che rimanga invariata anche giovedì dopo l'incontro con la Conferenza Stato-Regioni – ha dichiarato Giuseppe Lavra, della CIMO –. Non possiamo più accettare la logica delle Regioni che invece di tagliare sugli sprechi, che sono sotto gli occhi di tutti, scelgono di tagliare i servizi sanitari ai cittadini e di far ricadere sacrifici ed oneri sui medici. Come mai nessun sacrificio viene richiesto ai ricchi emolumenti dei consiglieri regionali e dei vertici delle partecipate regionali, e nessun ridimensionamento è in programma per quanto riguarda gli elefantiaci apparati burocratici regionali?  A pagare per le Regioni sono sempre gli stessi: medici e cittadini”.
 
Tra le proposte dei sindacati in primis quella di riportare al centro il governo della sanità attraverso la modifica del titolo V della costituzione. In seconda istanza costruire standard organizzativi e operativi e coinvolgere i medici nel governo clinico della sanità. 

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