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26 APRILE 2015
Veneto. Influenza: ancora 3.100 a letto nell'ultima settimana. Vaccinazioni in calo del 5% rispetto allo scorso anno

E' quanto emerge dal monitoraggio effettuato dal Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica della Regione. Il tasso d’incidenza risulta in calo in tutte le classi di età ed è prevedibile che questa “coda” dell’influenza stia per esaurirsi.

L’influenza stagionale in Veneto si avvia alla conclusione, pur se ancora, nell’ultima settimana di aprile monitorata dal Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica della Regione, si è registrata un’incidenza di 6,3 malati per 10 mila abitanti, pari a circa 3.100 persone ancora colpite dal virus.

Il tasso d’incidenza risulta in calo in tutte le classi di età ed è prevedibile che questa “coda” dell’influenza stia per esaurirsi. Dall’inizio della sorveglianza (13 ottobre 2014) sono stati registrati 40 decessi (il numero più alto degli ultimi 10 anni), 185 casi di forme complicate (l’83,7% in soggetti con patologie pregresse), dei quali 110 gravissimi (104 ricoverati in terapia intensiva e 11 sottoposti all’ossigenazione extracorporea del sangue con la tecnologia Ecmo). L’età media dei deceduti è stata di 64 anni, con un decesso di un bimbo tra zero e 4 anni, 17 nella fascia 15-64 anni, e 22 tra gli over 65.

Il tasso di adesione alla vaccinazione è stimato con un calo di circa il 5% rispetto alla stagione precedente, quando era stato del 58,5%, dato considerato già basso dai tecnici. “E’ stata un’influenza stagionale molto aggressiva – commenta l’Assessore alla Sanità – purtroppo agevolata dall’ulteriore calo delle vaccinazioni, che deve far riflettere sulla superficialità con cui vengono fatti girare allarmi e informazioni distorte su rischi di fatto inesistenti. Per la prossima stagione sarà necessario un grande sforzo informativo in più, per rendere la gente più consapevole e meno sospettosa verso questa pratica che spesso può salvare delle vite”.

“I nostri tecnici – conclude l’Assessore – stanno ora valutando anche l’impatto dell’epidemia sul sistema sanitario e sociale in generale e sul funzionamento degli ospedali, che comunque hanno retto molto bene all’urto”.
 

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