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Lunedì 10 AGOSTO 2015
Molise. Tumori, allarme dalle associazioni: "Tagliata la chemio alla Cattolica”. Frattura: “Cure assicurate. Ma extra Lea incompatibile con Piano di rientro”

Secondo le associazioni la Regione avrebbe deliberato l’obbligo di rivolgersi all’Asrem, ma la Regione chiarisce: “I farmaci innovativi saranno somministrati sia dalla struttura pubblica che dalla Fondazione”. E attacca: “Le rassicurazioni sui finanziamenti non sono sufficienti per chi si preoccupa prioritariamente dell’aspetto economico”.

Allarmi, smentite e controrepliche in Molise riguardo alle prestazioni oncologiche. A iniziare la querelle un comunicato di due associazioni - Iris ed Armida Barelli, secondo quanto riportato dalle testate locali che denunciano la decisione, da parte della Regione, di bloccare i trattamenti di chemioterapia presso la Fondazione Giovanni Paolo II, obbligando i pazienti a rivolgersi all’Asrem.

Un allarme che la Regione ha voluto immediatamente mettere a tacere, assicurando che “le prestazioni oncologiche in Molise saranno garantite con nuovi farmaci di comprovata efficacia. Questo, in virtù del decreto della Struttura commissariale che recepisce, per la cura dei tumori, l’elenco dei farmaci innovativi che potranno essere somministrati sia dalla struttura pubblica che dalla Fondazione Giovanni Paolo II. Il decreto  apre a una serie di nuove opportunità che non solo tutelano ma rafforzano la vocazione oncologia del Centro specialistico di Campobasso”, dichiara, in una nota congiunta con la Direzione generale della salute della Regione Molise, il presidente Paolo di Laura Frattura, commissario ad acta.

Per la Direzione generale della salute, “diffondere, attraverso associazioni di volontariato, notizie che risultano di una gravità assoluta, soprattutto sul piano etico, per i pazienti in cura, le loro famiglie e tutta la comunità molisana, è un atto di speculazione che si commenta da sé. La sospensione decisa dalla Fondazione circa i nuovi arruolamenti è determinata da una richiesta di pagamenti extra Lea che il regime di piano di rientro non consente di praticare al Molise”, chiarisce.

“Alla Fondazione – evidenzia infine la Direzione generale della salute –, erano state ampie garanzie sull’adozione dei provvedimenti relativi ai finanziamenti: prendiamo atto che le rassicurazioni fornite non sono risultate sufficienti per chi si preoccupa prioritariamente dell’aspetto economico”.
 

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