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Giovedì 29 OTTOBRE 2015
Stabilità. Fucci: “Balletto sulle cifre nella maggioranza. Ma una certezza c'è: il taglio delle risorse da quasi 2 mld”

Quanto al livello di finanziamento per gli anni a seguire, nella legge di stabilità sembra farsi riferimento a possibili risorse derivanti da risparmi a carico delle regioni. Ma da dove verranno prese le risorse per generare i risparmi da reinvestire poi nella sanità, visro che dal governo si afferma che non ci saranno aumenti delle imposte locali? Questa è la domanda fondamentale su cui mi auguro che in Parlamento venga fatta chiarezza.

Il balletto di cifre sulla sanità all'interno della maggioranza, e in particolare dentro il Partito Democratico, è stucchevole ma soprattutto preoccupante. Le interpretazioni sui contenuti della Legge di stabilità sono state e, ne sono certo, saranno molte e diverse tra loro di qui alla conclusione dell'esame del provvedimento. Ma una certezza c'è: le risorse per il Fondo sanitario nazionale previste per il 2016 non sono quelle che erano state programmate. L'anno prossimo - come spiegato in modo chiaro anche dal primo dossier dei tecnici del Senato sulla legge di stabilità - ci sarà una "rideterminazione del fabbisogno sanitario nazionale standard" con una "minore spesa per 1.783 milioni nel medesimo anno".
 
Quanto al livello di finanziamento per gli anni a seguire, nella legge di stabilità sembra farsi riferimento a possibili risorse derivanti da risparmi a carico delle regioni, ovvero degli enti locali che la sanità devono concretamente gestirla ogni giorno. Ma da dove verranno prese le risorse per generare i risparmi da reinvestire poi nella sanità, visro che dal governo si afferma che non ci saranno aumenti delle imposte locali? Questa è la domanda fondamentale su cui mi auguro che in Parlamento, durante l'iter della legge di stabilità, venga fatta chiarezza da parte del Governo.

I disegni del governo in carica sulla sanità si sono sempre contraddistinti, finora, per una comunicazione ambigua in merito alla reale entità di quelli che - li si voglia chiamare come si desidera: razionalizzazione, efficientamento o riconversione della spesa sanitaria - sono nientìaltro che tagli. A partire dal Documento di economia e finanza della scorsa primavera per arrivare fino al decreto-legge sugli enti locali e alla nota di aggiornamento dello stesso Def pubblicata in settembre, si arriva a un taglio complessivo vicino ai 2 miliardi di euro del livello di finanziamento del Fondo sanitario nazionale. Davvero non si comprende come in questa situazione sia possibile effettuare investimenti necessari e da tempo attesi per ammodernare la rete ospedaliera e assistenziale. In un sistema sanitario come quello italiano - con molte virtù a livello di professionalità e di universalità delle prestazioni erogate, ma anche caratterizzato da notevoli arretratezze a livello strutturale e organizzativo - c'è bisogno di gestire meglio la spesa sanitaria. Operazione che però sembra davvero difficile da attuare ricorrendo solo a politiche vecchie e (come l'esperienza insegna) inutili basate sui tagli lineari.

Condivido la preoccupazione espressa, già nel momento in cui i contenuti della legge di stabilità non erano ancora stati ufficializzati, dai presidenti della Commissione Affari Sociali della Camera e della Commissione Sanità del Senato, On. Marazziti e Sen.ce De Biasi, in merito all’entità delle risorse a disposizione del Fondo sanitario nazionale. Come rilevato anche dalle conclusioni dell'“indagine conoscitiva sulla sfida della tutela della salute tra nuove esigenze del sistema sanitario e obiettivi di finanza pubblica” condotta congiuntamente nei mesi scorsi dalle Commissioni Bilancio e Affari Sociali della Camera con l’obiettivo di valutare e verificare la sostenibilità dei costi del Servizio sanitario nazionale e l'adeguatezza dei servizi sanitari e socio-sanitari offerti alla luce dei mutamenti demografici intervenuti, oggi assumono particolare rilievo le dinamiche di invecchiamento della popolazione e i mutamenti del quadro epidemiologico, nonché i costi crescenti legati all'evoluzione della medicina e delle tecnologie sanitarie. Il taglio delle risorse e l'incapacità del governo di gestire gli effetti sul settore derivanti dai vincoli di finanza pubblica imposti, ancora una volta, in modo lineare senza valutazioni di merito non danno però alcuna risposta.

On. Benedetto Fucci
(Conservatori e Riformisti) 

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