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Giovedì 29 OTTOBRE 2015
Marche. Violenza contro le donne: 895 denunce nel 2014

La Giunta regionale ha trasmesso all’Assemblea legislativa il rapporto annuale sul fenomeno della violenza contro le donne nelle Marche. Diminuiscono gli accessi ai Centri antiviolenza (422 contro i 439 del 2013). La violenza domestica resta la più diffusa. Bora: “Superare la cultura della sopraffazione, rafforzare la prevenzione”.

“Nelle Marche la violenza di “genere” continua a essere poco denunciata, rimanendo confinata nel sommerso”. Lo afferma la Giunta Regionale, commentando i dati in materia contenuti nel rapporto annuale appena trasmesso all’Assemblea legislativa in vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre). I dati si riferiscono al 2014 e sono stati raccolti dall’Osservatorio regionale sulle politiche sociali, in collaborazione con i cinque Centri Antiviolenza (Cav) presenti nelle Marche, uno per ambito provinciale. È il quarto rapporto che viene prodotto a partire dal 2010. “Rappresenta un valido strumento di lettura di questo grave fenomeno sociale, purtroppo presente anche nelle Marche - commenta l’assessore regionale alle Pari Opportunità, Manuela Bora - Va scardinata, progressivamente, una cultura della forza e della sopraffazione, per abbracciare un approccio culturale e sociale che privilegi il rispetto delle differenze”.

Nel corso del 2014 sono state 422 le donne marchigiane che si sono rivolte ai Cav, denunciando 895 violenze o maltrattamenti: in molti casi, quindi, sono state segnalate sopraffazioni multiple. La tipologia di violenza denunciata conferma l’ordine di prevalenza del biennio precedente: violenza psicologica e, a seguire, fisica, economica, stalking e sessuale. La violenza domestica si conferma la più diffusa in assoluto, causata soprattutto dal marito, dal convivente o dall’ex marito. La presenza dei figli aggrava le conseguenze del fenomeno, innescando paura, ansia, calo dell’autostima e gravi conseguenze sul piano personale e sociale.

I dettagli delle rilevazioni mostrano un calo di accessi ai Cav (422 contro i 439 del 2013), con un’attività maggiore segnalata da Ancona (34%) e Pesaro (27%). La vittima della violenza è principalmente una donna di età compresa tra i 34 e i 53 anni, coniugata (47%), italiana (68%), con figli (68%) e diploma di scuola media superiore (26%), occupata stabilmente. L’autore della violenza e dei maltrattamenti è un uomo di età compresa tra i 34 e i 53 anni (35%), italiano (65%), con livello di istruzione medio (scuola media superiore, 18%) e occupazione stabile (41%).

“Percentuali che evidenziano come un’istruzione superiore non rappresenti un elemento culturale di freno e controllo”, spiega la Regione, osservanto come "la relazione con l’autore della violenza (spesso marito, convivente o ex marito), mostra come il contesto abitativo familiare diventi, a volte, sede di prevaricazione, invece che luogo di riferimento e di sostegno”.

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