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Lunedì 02 NOVEMBRE 2015
Anac aggiorna il vecchio Piano anticorruzione. Per la sanità individuate le aree più a rischio: dalle nomine alla gestione dei defunti in ospedale

L’aggiornamento del Piano, risalente al 2013, necessario perché sono stati rilevati “aspetti gravemente carenti soprattutto per le misure di prevenzione”. Il capitolo “sanità” redatto in collaborazione con Ministero Salute e Agenas. IL DOCUMENTO.

L’Anac ha varato l’aggiornamento del Piano nazionale anticorruzione che è operativo da oggi. “Con questo Aggiornamento, che rappresenta il primo atto di Anac in questa materia dopo l’approvazione del PNA nel 2013, l’Autorità – si legge in una nota - ha voluto imprimere una decisa svolta nella direzione del miglioramento della qualità dei Piani anticorruzione delle amministrazioni pubbliche”.
 
“I Piani fin qui adottati – continua Anac - si sono rivelati per più aspetti gravemente carenti, soprattutto per la mancata individuazione di adeguate misure di prevenzione della corruzione, che fossero il frutto di una compiuta autoanalisi organizzativa delle amministrazioni, alla ricerca di aree e attività più esposte al rischio di corruzione”.
 
In attesa di un nuovo e più organico Piano Nazionale Anticorruzione 2016-2018, sul quale l’Autorità sta già lavorando, l’Anac spiega che “si è voluto segnalare alle amministrazioni la necessità di concentrarsi sulla effettiva individuazione e attuazione di misure proporzionate al rischio, coerenti con la funzionalità e l’efficienza, concrete, fattibili e verificabili, quanto ad attuazione e ad efficacia”.
 
L’Aggiornamento è articolato in una parte generale, di ricostruzione dei limiti della esperienza pregressa e di indicazioni per una rapida correzione di rotta, e in una parte speciale, dedicata a due approfondimenti in  settori particolarmente esposti al rischio corruttivo: i contratti pubblici e la sanità, quest’ultimo redatto in collaborazione con il Ministero della Salute e l’Agenas.
 
In particolare per la sanità l’aggiornamento si occupa di molte questioni attinenti tutti gli enti sanitari pubblici e di diritto pubblico:
Aziende sanitarie locali comunque denominate (ASL, ASP, AUSL, ULSS, ASS etc.);
- Aziende Ospedaliere (AO) e Aziende Ospedaliere di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione (ARNAS);
- Aziende Ospedaliere Universitarie (AOU);
- Istituti Pubblici di Assistenza e Beneficenza (ex IPAB), trasformate in aziende pubbliche che svolgono attività sanitarie;
- Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IZS);
- Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (I.R.C.C.S.) di diritto pubblico.
 
Per gli enti di diritto privato, controllati o partecipati dalle pubbliche amministrazioni che operano nel Settore Sanitario, si rinvia alle Linee guida ANAC di cui alla determinazione n. 8/2015.
Per i soggetti non di diritto pubblico, come ad esempio gli ospedali classificati, e anche per gli altri soggetti accreditati con il Servizio sanitario nazionale, la cui natura giuridica è di diritto privato, l’Anac raccomanda alle amministrazioni di riferimento di promuovere l’adozione di strumenti per il rafforzamento della trasparenza e per la prevenzione della corruzione e del conflitto di interessi, alla luce delle indicazioni operative contenute comunque nel documento.
 
L’Anac individua per la sanità diverse aree a rischio e per ognuna vengono delineate le procedere e le prassi ideli per scongiurare il rischio di corruzione e illegalità.
 
Queste le aree a rischio corruzione in sanità:
1.     Contratti pubblici;
2.     Incarichi e nomine;
3.     Gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio;
4.     Controlli, verifiche ispezioni e sanzioni;
5.     Attività libero professionale e liste di attesa;
6.     Rapporti contrattuali con privati accreditati;
7.     Farmaceutica dispositivi e altre tecnologie (ricerca, sperimentazioni e sponsorizzazioni);
8.     Attività conseguenti al decesso in ambito ospedaliero.
 
Nel documento dell’Anac si opera una ricapitolazione dei soggetti tenuti all’adozione di misure anticorruzione: attraverso i Piani triennali le amministrazioni e gli enti pubblici; attraverso misure integrative di quelle adottate con il d.lgs. n. 231 del 2001 gli enti di diritto privato in controllo pubblico.
 
Particolare attenzione è dedicata al ruolo e alla garanzia della posizione dei Responsabili di prevenzione della corruzione, nei loro rapporti con gli organi di indirizzo politico amministrativo e con l’intera struttura dell’amministrazione, tenendo conto di quanto è emerso nel corso della prima giornata nazionale dei Responsabili anticorruzione (14 luglio del 2015).
 
Il successo dei nuovi Piani anticorruzione, che le amministrazioni dovranno adottare entro il 31 gennaio del 2016 – sottolinea ancora Anac -  continua a dipendere dalla volontà delle stesse amministrazioni, a partire dai loro vertici politici e istituzionali, di combattere sul serio la corruzione al proprio interno”. 
 
L’Autorità, da parte sua – conclude la nota - userà tutti i poteri e gli strumenti a disposizione, dalla vigilanza sulla qualità delle misure adottate (e sulla loro effettiva attuazione) alla collaborazione fattiva, alla formazione. A questo fine, nell’ultima parte della determinazione, sono indicati con chiarezza i doveri di attuazione delle amministrazioni, considerati come altrettanti punti di verifica, sui quali l’Autorità svolgerà con carattere prioritario la propria attività di vigilanza”.

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