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22 NOVEMBRE 2015
Speciale Federanziani/6. Si chiudono i lavori del III Forum della Salute. Messina: “Politica si impegni per mettere fine a disparità territoriali che indeboliscono Italia”

Nel corso di un intervento telefonico, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha sottolineato che “Tutti devono poter esercitare il diritto alla salute ovunque e in modo attivo”. La kermesse ha accolto oltre 24mila visitatori e ha ospitato oltre 350 convegni di informazione sanitaria.

Mettere fine alle disparità territoriali che caratterizzano l’Italia perché ogni cittadino “deve essere uguale in tutta la penisola a Torino, a Palermo, a Napoli o Roma! Noi ci vogliamo curare e vogliamo poter ritirare le medicine in ogni città! Perché le ricette di Monopolio di Stato emesse nel Lazio non valgono in Lombardia e viceversa?”. E’ l’appello lanciato da Roberto Messina, Presidente di FederAnziani, nella relazione finale in occasione del IV Congresso Nazionale che ha chiuso i lavori del III Forum della Salute e che ha sancito la scelta di una nuova denominazione dell’Organizzazione: a partire da oggi la Federazione si chiamerà Senior Italia.

“Passiamo dalle discriminazioni per territorio a quelle per età e parliamo di oncologia – ha proseguito Messina - Diciamo no alla scelta della cura in base all’età e alle discriminazioni verso gli anziani! Chiediamo terapie personalizzate e l’inserimento di tutti i marcatori per essere certi dell’efficacia della cura caso per caso: non possiamo permetterci di sprecare tempo prezioso per la nostra salute quando è in gioco la vita, e non possiamo buttare denaro in farmaci che non faranno effetto e che generano soltanto aspettative infondate per chi li assume”.

La questione è di vitale importanza. “Chi ha la BPCO o soffre di Asma grave non può correre il rischio di veder aggravare ulteriormente la propria patologia. Per questo occorre sostenere le Regioni nella chiusura dei piccoli ospedali. - ha spiegato Messina - Meglio fare 20 chilometri in più per arrivare in una struttura altamente qualificata, piuttosto che stare sotto casa e veder peggiorare la nostra salute”.

“Guardatevi intorno - si è rivolto Messina alla nutrita platea - oggi abbiamo qui siciliani, lombardi, laziali, emiliani, toscani, veneti, calabresi, campani, piemontesi, sardi: tutti italiani. Qualcuno di voi, forse discriminato per ragioni di età o di territorio, ma questo per tutti noi, ora non conta più, ora stiamo partendo per un viaggio impegnativo, dove lavoreremo insieme e vivremo insieme come una famiglia, dove la persona che è accanto a voi guarderà verso i vostri stessi obiettivi. Ci troveremo a combattere contro nemici insidiosi: la logica ragionieristica delle Regioni, gli interessi di parte, la discriminazione per età nella dispensazione delle cure, l’ottusità burocratica, i decreti che vorrebbero stabilire chi deve essere curato degnamente e chi no, dividendoci in cittadini di serie A e di serie B”.

“Non vi posso garantire - ha concluso - che vinceremo tutte le battaglie, ma vi assicuro che al momento in cui sarà necessario impegnarsi, confliggere, lottare, saremo i primi a scendere sul campo di battaglia e gli ultimi ad abbandonarlo. E non lasceremo nessuno indietro, solo con i suoi problemi”.

Stiamo costruendo una riforma del sistema sanitario che passi attraverso trasparenza, efficienza e certezza che nessuno distorca le risorse che abbiamo messo da parte con tanti sacrifici. I 111 miliardi del Fondo Sanitario Nazionale sono infatti soldi che derivano dalle nostre tasse”. Così il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in apertura del suo intervento in collegamento telefonico durante il Congresso. 
“Per garantire una sanità efficace in tutta Italia – ha spiegato – Dobbiamo rimuovere tutte le disparità geografiche perché è inaccettabile che ci siano territori penalizzanti rispetto ad altri. Dobbiamo poter esercitare il diritto alla salute ovunque e in modo attivo. Gli aspetti che non funzionano sono legati soprattutto all’esistenza di 21 sistemi diversi e su questo dobbiamo lavorare”.

Altra priorità indicata da Lorenzin per migliorare il “già eccellente Ssn risiede nella meritocrazia. Abbiamo approvato una legge per la quale i direttori generali e amministrativi delle asl non saranno più approvati in modo discrezionale dalla politica e se non raggiungeranno obiettivi decadranno in automatico senza ricorso al Tar che tenga. A breve verrà inoltre istituito il nuovo albo dei direttori con criteri di trasparenza, efficienza e meritocrazia. Mi avete detto che sono la vostra Gladiatrice, allora voi siate le mie Sentinelle sul territorio!” ha concluso il Ministro”.

Sergio Pecorelli, presidente dell’Aifa e del Congresso, ha garantito che “porteremo all’attenzione delle istituzioni e in primis del ministro Lorenzin i risultati dei lavori di questi giorni. Entrando nel dettaglio dei lavori “il primo pilastro tematico emerso in tutte le sessioni è costituito dalla prevenzione. Fondamentali sono i primissimi giorni di vita: in questo senso è determinante la medicina dello sviluppo, basata sull’epigenetica, in quanto la nostra salute è condizionata in modo decisivo dall’ambiente circostante. Per quello che ci riguarda più da vicino aspetti fondamentali sono la prevenzione cardiovascolare e metabolica”. In questo senso una funzione nodale è svolta dal medico di medicina generale che deve costruire ponti efficaci con gli specialisti, responsabilizzandosi attorno ai bisogni dei cittadini”.

Altro elemento essenziale è legato all’empowerment, “poiché ogni persona deve essere in grado di impadronirsi delle nuove conoscenze che la scienza fornisce a velocità elevatissima. E qui si configura l’importanza degli stili di vita: per esempio l’attività fisica è imprescindibile non soltanto per la salute, ma anche per quella cerebrale e per le funzioni cognitive. Ciò si lega automaticamente a una branca della medicina poco conosciuta: l’endocrinologia da cui dipende la possibilità di ottenere un alto grado di benessere fisico. E l’endocrinologia ha consentito di sviluppare enormi progressi, per esempio, in materia di osteoporosi e ipertensione”.

Per Pecorelli “il secondo pilastro fondamentale risiede nell’accesso alla cura, che deve essere di qualità. Ciò dipende dall’appropriatezza, dalla capacità dei singoli operatori, dalla quantità dei pazienti trattati, ma anche dai materiali che si stanno evolvendo sempre di più grazie ai progressi enormi della ricerca. In questo contesto occorre poi evidenziare l’importanza dell’aderenza terapeutica, legata a una complessa struttura di fattori. Il ruolo dei medici è quindi nodale – ha sottolineato - soprattutto per quanto riguarda la capacità di spiegare e comunicare l’importanza di una terapia. Se il meccanismo non funziona, viene penalizzato economicamente anche lo Stato dato che la mancata aderenza costa alle casse pubbliche tra i 16 e i 20 miliardi. E per migliorare il sistema bisogna implementare la ricerca, volano dell’innovazione”.

Il terzo pilastro, ha spiegato Pecorelli, è la cronicità. “Mi riferisco soprattutto alla depressione che, oltre a essere risultato di un disagio socioeconomico, è legata ad aspetti medici come la privazione ormonale o la mancanza di attività fisica. Le cronicità rappresentano l’80% delle patologie per le persone anziane e sono la causa principale di morte”. Il quarto pilastro, infine, “è quello riabilitativo e qui entra in gioco il tema del dolore cronico: l’esigenza prioritaria è quindi la costruzione di percorsi condivisi. Tuttavia emerge l’annoso problema italiana della disparità dei trattamenti. Non è possibile – ha osservato - continuare con linee guida diverse tra le varie Regioni che, invece, dovrebbero perseguire unitarietà di approccio. La mancanza di omogeneità territoriale è uno dei problemi più spinosi del nostro Paese. Nel complesso – ha concluso Pecorelli - questi giorni di congresso hanno palesato un approccio rivoluzionario, perché la platea è stata costituita per la maggior parte da cittadini e non da medici come avviene quasi sempre in questi contesti”.

“La nostra una società della conoscenza e nessuno meglio di voi ne ha da impartire e condividere, grazie al tempo che riuscite a dedicare all’idea che venga effettivamente trasmessa, tramite meccanismi intergenerazionali”. Ranieri Guerra, direttore della Prevenzione Sanitaria per il Ministero della Salute, si è rivolto direttamente alla platea. “Da parte nostra dobbiamo impegnarci a combattere la fragilità per evitare di raggiungere la non autosufficienza. Problema essenziale è innanzitutto quello degli screening di popolazione per i quali, purtroppo, l’aderenza è ancora troppo bassa, perché nella maggior parte dei programmi nazionali non raggiungiamo il 50% nonostante il contributo fondamentale dei medici di famiglia. Per invertire il trend può essere quindi importante gestire pacchetti individuali, in modo da costruire percorsi ad hoc e mirati”.

Ma alla base di tutto, ha sottolineato Guerra, “risiede l’importanza degli stili di vita: fumo, alimentazione, attività fisica sono vettori determinanti che possono vanificare sforzi di altro genere. Il fumo, per esempio, ci garantisce entrate in termini di accise, ma costa oltre 20 miliardi l’anno al Ssn. E in questo senso gli over 65 hanno un dovere etico verso le nuove generazioni, dovete comunicare ai vostri familiari e amici l’importanza di non fumare. Non esiste una moderazione accettabile, bisogna smettere e basta”.

Guerra ha quindi ribadito che “la capacità di responsabilizzarsi è importantissima anche in materia di vaccinazione, un tema su cui siamo in guerra contro nemici pericolosi che espongono quotidianamente la popolazione a rischi enormi legati alle malattie infettive. Per gli anziani sono fondamentali, in particolare, i vaccini contro poliomielite e tetano. L’informazione è quindi il fulcro affinché il sistema funzioni nel migliore dei modi”.

“Sono stati giorni di crescita importante per tutti noi medici – ha riferito Giacomo Milillo, segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) –Abbiamo potuto accedere a una visione complessiva riguardante esigenze generali che nel lavoro quotidiano possono sfuggire. Collocare il bisogno del paziente al centro e al primo posto è questi lavori congressuali ce lo hanno mostrato ulteriormente e ci hanno permesso di comprendere l’importanza di come e quanto decidiamo costantemente per 3,5 milioni di over 65”. Un ruolo di rilievo per l’universo degli over 65 può spettare anche a realtà soltanto in apparenza lontane. Andrea Lenzi. presidente del Cun, ha evidenziato che “l’Università deve produrre, oltre a formazione, anche informazione ed educazione a tutta la popolazione. Mia priorità – ha assicurato - è sempre stata portare gli atenei a fianco di tutti gli stakeholders e quindi di tutta la popolazione. L’idea è quella di creare un nuovo modello assistenziale e di sperimentare la qualità al servizio della popolazione, portando l’università al di fuori delle sue mura, andando oltre la sua utenza tradizionale”.

Un ruolo essenziale spetta ovviamente ai farmacisti. “Siamo il paese al mondo con il maggior numero di farmacie – ha ricordato Annarosa Racca, presidente di Federfarma – E con l’incremento delle malattie croniche la nostra funzione diventa sempre più importante. Stiamo contribuendo al funzionamento del sistema tramite campagne di screening e vaccini, in quanto vogliamo diventare efficaci consiglieri dei cittadini e guidarli come autentiche bussole, nell’auspicio che si rivolgano a noi il più possibile. In questi giorni di lavori abbiamo registrato un passaggio importantissimo: le farmacie rurali, che sono le più numerose, hanno siglato un accordo con Senior Italia e con l’Associazione dei Piccoli Comuni. Ciò testimonia il nostro grado di responsabilizzazione”.

Nel corso della sessione conclusiva il presidente di Senior Italia, Roberto Messina, ha ricordato il Comandante Generale per la Tutela della Salute (Nas), Cosimo Piccinno, scomparso lo scorso giugno. Nell’occasione ha presentato una raccolta firme per intitolare una strada in suo onore. Luca Pani, Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), ha consegnato una targa in onore di Piccinno alla vedova e alla figlia. “E’ stato un uomo intelligente, simpatico e dotato di un’ironia profonda ma sottile – ha raccontato Pani – La mia collaborazione con lui è stata intensa soprattutto in relazione alla vicenda Stamina. La sua forza d’animo è stata enorme e dalla sua energia era impossibile capire l’entità della malattia. Basti pensare che lavorava e impartiva ordine anche mentre era sottoposto a chemioterapia”.
 

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