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Martedì 24 NOVEMBRE 2015
Puglia. Precario da oltre 36 mesi. I giudici condannano la Asl: “Deve assumerlo”. La sentenza

Per il giudice del lavoro di Trani, superati i 36 mesi di servizio, la Asl ha il dovere di riconoscere la trasformazione del contratto del dirigente medico da tempo determinato a tempo indeterminato. La Asl di Bari dovrà anche risarcire il danno, in misura pari ad “un’indennità onnicomprensiva” di 6 “mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto”, maggiorata degli accessori di legge. LA SENTENZA

Grazie alla sentenza del Tribunale del lavoro di Trani, n. 1528 del 26 ottobre 2015, si aprono nuovi orizzonti per i precari della sanità che da anni lavorano con contratti atipici e a tempo determinato che vanno avanti di proroga in proroga. Il giudice del lavoro ha infatti accolto il ricorso di un dirigente medico precario da oltre 36 mesi e condannato la Asl di Bari a riammettere immediatamente in servizio il ricorrente, risarcendole inoltre il danno in misura pari ad “un’indennità onnicomprensiva” di 6 “mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto”, maggiorata degli accessori di legge (all’incirca 30.000 euro). Per il giudice, infatti, superati i 36 mesi, il rapporto di lavoro tra il medico e la Asl “deve essere considerato a tempo indeterminato ai sensi dell’art. 5, comma 4-bis, del D. Lgs. 368/2001, con decorrenza da agosto 2012”. Dunque, il medico ha il diritto di vedere il suo contratto trasformarsi da tempo determinato a tempo indeterminato.

“Il Tribunale di Trani conferma i principi stabiliti dalla Corte Europea nella sentenza del 26.11.14 in materia di abuso del contratto a termine da parte delle Pa che possono essere “sanzionate”, con il risarcimento dei danni e/o con la condanna alla trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato”, spiega l’avvocato difensore, Graziangela Berloco, in un commento alla sentenza pubblicato sul suo sito internet insieme al dispositivo.

Una sentenza “storica” per il sindacato Cisal di Bari, che a settembre del 2014 aveva depositato il ricorso del medico della BAT, patrocinato dall’avvocato Graziangela Berloco di Altamura e depositato presso il Tribunale del Lavoro di Trani, in cui si rivendicava l’applicazione della direttiva europea n°70 del 1999, recepita in Italia dal d lgs. 368 /2001. “Come gli insegnanti, anche i medici e tutto il personale della sanità pubblica italiana, se in possesso del requisito dei 36 mesi di servizio svolti con contratti a tempo determinato, hanno diritto alla conversione del rapporto di lavoro da determinato a indeterminato, mettendo dunque fine al precariato che in numerosi casi supera addirittura i 10 anni”, spiega ancora il sindacato nella nota.

Per la Cisal, dunque, “questa sentenza pone termine al precariato nella sanità pubblica, dove operatori sanitari, infermieri e dirigenti medici spesso subiscono un vero e proprio abuso nella reiterazione dei contratti a termine, e visto l’annesso risarcimento del danno rischia di creare un serio problema alle casse regionali: si calcolano in almeno 800 i potenziali lavoratori della sanità pubblica pugliese in possesso dei requisiti per poter fare ricorso e quindi oltre alle stabilizzazioni si prevedono risarcimenti per milioni di euro, a meno che la politica non trovi una soluzione: una potrebbe essere quella di stabilizzare tutti gli aventi diritto evitando dunque contenzioso e conseguente svuotamento delle casse regionali”.

Il sindacato annuncia quindi la riapertura dei ricorsi al giudice del lavoro per dirigenti medici, infermieri, tecnici, amministrativi e ausiliari. Per poter aderire bisogna aver lavorato per almeno 36 mesi alle dipendenze dirette delle Asl.

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