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Mercoledì 09 DICEMBRE 2015
Operatori sanitari. “Nel mondo ne servono 7,2 mln. Occorre strategia globale per il reclutamento”. L’appello e le raccomandazioni alla Ue di ‘Health workers for All’

Il manifesto, cui hanno aderito più di 170 organizzazioni in 9 paesi europei sarà presentato oggi alla Commissione Ue. “Alcuni Paesi europei reclutano in giro per il mondo personale sanitario formato localmente: una pratica insostenibile che alimenta le diseguaglianze in salute e indebolisce i sistemi sanitari dentro e fuori l’Europa”. Nel manifesto anche 5 raccomandazioni per costruire una strategia globale e sostenibile.

“Il mondo ha bisogno di oltre 7,2 milioni di operatori sanitari, e l’Europa è parte del problema. La crisi legata alla carenza di personale sanitario rappresenta una delle principali minacce per la salute globale, e sta avendo un impatto particolarmente lesivo del diritto alla salute in molti Paesi a medio e basso reddito. Alcuni Paesi europei reclutano in giro per il mondo personale sanitario formato localmente: una pratica insostenibile che alimenta le diseguaglianze in salute e indebolisce i sistemi sanitari dentro e fuori l’Europa”. Questo è quanto si sostiene nell’appello lanciato dal progetto "Health workers for all and all for health workers" (HW4All), (un'iniziativa della società civile europea finanziata dall'Unione europea che contribuisce a garantire una presenza di personale sanitario sostenibile in tutto il mondo di cui AMREF è capofila in Italia) ai decisori politici europei, per rafforzare il personale e i sistemi sanitari in una prospettiva di sostenibilità a livello globale”.
 
Oggi l’appello, cui hanno aderito più di 170 organizzazioni in 9 paese europei  verrà consegnato ufficialmente ai rappresentanti della Commissione Europea durante l’incontro “Exploring the Migration - Development Nexus: Global Health Aspects of the Implementation of the WHO Code of Practice” che coinvolge le istituzioni europee che si occupano di migrazioni di personale sanitario, e cioè EuropeAid, DG Home e DG SANTE, oltre al Parlamento e all’OMS
 
“L’Europa – si legge nell’appello - può essere parte della soluzione se implementa pratiche di assunzione del personale condivise a livello globale. Nel 2010 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito una roadmap per rafforzare gli operatori sanitari in una prospettiva di sostenibilità globale. Il “Codice di condotta dell’OMS per il reclutamento internazionale del personale sanitario” (che chiameremo Codice OMS) affronta le cause strutturali della migrazione e del brain drain, compresa la formazione del personale sanitario, il trattenimento in servizio nei Paesi d’origine, le condizioni di lavoro, la remunerazione, i finanziamenti e i diritti. Nonostante il Codice OMS, tuttavia, un vero consenso politico sulla gestione sostenibile del personale sanitario e delle sue migrazioni a livello regionale e globale rimane molto lontano”.
 
Il punto è che “in molti Paesi si scontrano interessi potenti, ma spesso di corta visione; in altri, per di più, le misure di austerità comprimono la spesa sanitaria e limitano l’implementazione di specifiche iniziative politiche. L’Unione Europea e i suoi Stati membri devono prendere una posizione ferma in questo dibattito. Il personale sanitario è un elemento fondamentale di un modello di Stato sociale e di welfare che caratterizza l’identità europea e deve essere sostenuto a livello globale”.

“Per questo – conclude l’appello - chiediamo ai decisori politici in Europa e in Italia di dimostrare la propria capacità di leadership su questo tema, e di assicurare una coerenza delle politiche che determinano questo settore, per sostenere una presenza sostenibile di personale sanitario all’interno e fuori dall’Europa. Le raccomandazioni contenute in questo appello sono rivolte alle istituzioni europee e a quelle degli Stati membri, come contributo positivo in questa direzione”.
 
Ma nel documento non ci sono solo le richieste, vengono anche infatti indicate 5 raccomandazioni:
- Pianificare e formare a lungo termine il personale sanitario, puntando all’autosufficienza
- Investire sul personale sanitario
- Rispettare i diritti degli operatori sanitari migranti 
- Pensare e agire coerentemente a livello nazionale, regionale e globale 
- Fare la propria parte nell'applicazione del Codice OMS

 
“Politiche di sviluppo, migratorie e sanitarie, se coerenti tra loro, possono contribuire alla sostenibilità del personale sanitario non solo in Europa, ma anche al di fuori di essa – afferma Giulia De Ponte - coordinatrice advocacy di HW4All – . La crisi di Ebola in Africa occidentale ha dimostrato che la perdita di personale sanitario qualificato ha un impatto profondo anche sulla capacità di far fronte alle emergenze sanitarie".

La Call to action di HW4All è un richiamo a "ricordarsi che resta ancora molto da fare, mentre le numerose adesioni dimostrano che l’applicazione stringente del Codice di Condotta OMS in Europa è oramai interesse di tanti e diversi soggetti. La 'fuga di cervelli' di operatori sanitari qualificati costituisce un problema enorme in molti Paesi del mondo; particolarmente colpiti sono i Paesi a basso reddito in Africa e Asia. Tuttavia, la migrazione di operatori sanitari provenienti dal cosiddetto "sud del mondo" e dall' Est Europa verso il Regno Unito e la Germania, ma non solo, dimostra che questo è anche un problema europeo. Pertanto, l'applicazione di pratiche di reclutamento etico, insieme alla diffusione di "buone pratiche" internazionali, è importante per sostenere i valori europei di solidarietà, uguaglianza e accesso alle cure sanitarie".

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