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Venerdì 11 DICEMBRE 2015
Anestesisti. Siaarti: “Uno specializzando deve gestire almeno 50 pazienti con dolore acuto post operatorio”

Caterina Aurilio, coordinatore Nazionale Area culturale Dolore Siaarti, traccia il quadro dell’insegnamento del trattamento del dolore nelle scuole di specializzazione. “Lo studente dovrà inoltre possedere conoscenza delle tecniche di comunicazione adeguata a informare pazienti e familiari delle opzioni di trattamento, degli obiettivi di cura e delle cure di fine vita”.

Nel 2014, con il Collegio unico, costituito da professori associati e ordinari, "abbiamo lavorato molto su tutte le scuole di specializzazione e abbiamo definitole nuove attività obbligatorie adeguandole alle scuole di specializzazione europee. Al termine del corso lo specializzando, tra le tante conoscenze che deve possedere, tra cui quelle dell’anatomia, della fisiopatologia del sistema nocicettivo, deve aver gestito anche cinquanta pazienti con dolore acuto postoperatorio, almeno dieci pazienti con dolore cronico, eseguito almeno venticinque peridurali antalgiche e dieci accessi spinali”. Caterina Aurilio, Ordinario di Anestesia e Rianimazione alla Seconda Università di Napoli e coordinatore Nazionale Area culturale Dolore Siaarti, traccia lo stato dell’arte dell’insegnamento del trattamento del dolore nelle scuole di specializzazione.

“Tra le numerose lezioni frontali e quelle teorico pratiche – spiega - lo studente dovrà inoltre possedere conoscenza delle tecniche di comunicazione adeguata a informare pazienti e familiari delle opzioni di trattamento, degli obiettivi di cura e delle cure di fine vita”.

Aurilio, in qualità di nuovo responsabile del gruppo Acd Siaarti, focalizza i principali obiettivi sul tappeto. “Avviare reti di collaborazione fra gli interessati al dolore in modo da organizzare iniziative scientifiche in ambito nazionale e internazionale, inserire le ricerche dell’Esa (European Society of Anaesthesiology) nell’ambito Siaarti, proporre l’aggiornamento di linee guida del dolore cronico oncologico dove ci sono grandinovità nell’ambito del dolore post chemioterapia e post radioterapia e ampliare le raccomandazioni sul trattamento del dolore e proporre nuovi studi sul dolore cronico”.

E non manca ancora da completare per diffondere le buone pratiche clinico- terapeutiche per i pazienti affetti da dolore cronico. “Occorre migliorare le conoscenze fisiopatologiche della medicina del dolore tra gli anestesisti – sottolinea – Ma anche sviluppare nell’area del dolore Siaarti la collaborazione tra anestesisti interessati al dolore e quelli che lavorano solo in ambito anestesiologico e rianimatorio. E, infine, promuovere Gruppi di lavoro, organizzare piccoli convegni in varie Regioni d’Italia per aumentare la conoscenza”.
 

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