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Martedì 26 GENNAIO 2016
Lombardia. Maroni scrive a Lorenzin: “Nuova normativa su ospedali tenga conto peculiarità del nostro sistema regionale”
In una lettera aperta il governatore lombardo invita il ministro a considerare “il complesso dell'offerta regionale”, riferendosi in particolare a quelle aziende che” potrebbero entrare in piano di rientro a causa di una forte vocazione territoriale o a quelle aziende nella quale la regione ha scelto di concentrare alcune funzioni ad alto costo, non remunerative sul piano economico ma che offrono servizi essenziali”.
Il perseguimento di obiettivi di maggiore produttività ed efficienza per il sistema sanitario è certamente condivisibile: al contrario non condivido il metodo che viene proposto, che affronta in modo parziale l’argomento, senza tenere conto delle diverse modalità con cui sono organizzati i sistemi sanitari regionali”. Queste parole sono un estratto della lettera aperta che oggi Roberto Maroni ha inviato al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e condensano il pensiero del governatore lombardo in merito al piano di rientro da applicare agli ospedali della regione.
In particolare si riferisce alla parte della legge di Stabilità in cui si prevede che le regioni “mettano in atto procedure per conseguire miglioramenti nella produttività e nell’efficienza degli enti del Servizio sanitario individuando una serie di provvedimenti a valere dal 2016 per le Aziende Ospedaliere, le Aziende Ospedaliere Universitarie e gli IRCCS e dal 2017 per le aziende sanitarie locali e gli altri enti pubblici che erogano prestazioni di ricovero e cura, individuati da leggi regionali”.
Per Maroni, infatti, l’applicazione della norma, “non considera il complesso dell’offerta regionale, ma solo la componente ospedaliera pubblica. Ciò può determinare distorsioni che avrebbero conseguenze negative per l’assistenza ai cittadini”. Il governatore si riferisce, per esempio, a quelle aziende che” potrebbero entrare in piano di rientro a causa di una forte vocazione territoriale, caratterizzata dalla presenza al proprio interno di più presidi ospedalieri minori o a quelle aziende nella quale la regione ha scelto di concentrare alcune funzioni ad alto costo, non remunerative sul piano economico ma che offrono servizi essenziali. In questi casi un risultato economico sfavorevole è atteso ed è compensato all’interno di un quadro complessivo di sistema di equilibrio, anche grazie alla presenza di un mix fra offerta pubblica e privata che contribuisce al miglioramento dell’efficienza erogativa complessiva”.
Sulla base di questi elementi Maroni chiede a Lorenzin di precisare nel decreto ministeriale in preparazione, previsto dal comma 526 della Legge di stabilità, “che le attuali Aziende SocioSanitarie Lombarde possano essere assimilate, come previsto dal comma 535 della stessa legge, alle Aziende Sanitarie locali e di prevedere, nella metodologia che verrà adottata di poter confrontare lo scostamento fra produzione e costi di tutto il sistema di offerta sanitaria regionale, in modo – conclude la lettera - da poter tener conto delle peculiarità del modello organizzativo di Regione Lombardia”.
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