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Mercoledì 13 APRILE 2011
Professioni sanitarie: “No all’abusivismo, vogliamo un Ordine professionale”

"La salute non può essere abusiva" con questo slogan 22 professioni sanitarie aderenti al Coordinamento nazionale delle professioni sanitarie manifestano oggi davanti al Senato. Obiettivo: far uscire il Ddl che istituisce gli Ordini professionali dalle secche della Commissione Finanze dove si è arenato.

Non ci stanno più i professionisti sanitari che aderiscono al Coordinamento Nazionale delle Professioni Sanitarie (Conaps). Dicono basta ad un’abusivismo imperante. Per questo oggi hanno manifestato davanti al Senato per chiedere ai parlamentari di fare entrare in porto il Ddl sull’istituzione degli Ordini professionali che si è arenato in Commissione Finanze a palazzo Madama. Al ministro della Salute Ferruccio Fazio hanno chiesto di fare un passo in avanti, ed incontrare, anche le professioni in attesa di un Ordine.
Un esercito vastissimo formato da 22 professioni impegnate nell’area riabilitativa, in quella tecnica e della prevenzione: dal fisioterapista al logopedista, dal tecnico ortopedico al dietista, dall’audioprotesista all’igienista dentale, dagli assistenti sanitari a coloro che si occupano di prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro. E poi ancora dai tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare a quelli di neuro fisiopatologia, dai podologi ai  tecnici della riabilitazione psichiatrica, dagli educatori professionali ai terapisti occupazionali, dai  tecnici sanitari di laboratorio biomedico agli audiometristi.
Il disegno di legge 1142, frutto di una  legge delega del Parlamento emanata nel 2006, che potrebbe risolvere finalmente il problema è pronto da 3 anni ormai, ma a causa di immobilismo, tira e molla, e rimpalli istituzionali è fermo in Commissione Finanze al Senato,  nonostante il provvedimento sia a costo zero per lo Stato.  “L’istituzione degli Ordini per le nostre professioni – ha spiegato  Antonio Bortone, presidente del Conaps – non è un vezzo o una richiesta di tipo corporativo per difendere stipendi, pensioni o quant’altro. È una necessità per migliaia di professionisti che desiderano lavorare, certi che i pazienti non finiscano in mani sbagliate, per difendere il lavoro onesto, lo studio, l’aggiornamento, lo Stato e le sue casse. È una necessità per i cittadini italiani che devono sapere chi sarà che ‘metterà loro le mani addosso’, esattamente come avviene per i medici. Non si creerà nessun nuovo carrozzone, come qualcuno vuole far credere. Questo Ordine non costerà nulla alle casse dello Stato e sarà gestito direttamente dalle associazioni professionali”.
Per ogni professionista, due abusivi. Per ogni professionista vero ce ne sono due che operano abusivamente, denuncia il Conaps. Un fenomeno gigantesco per un giro d’affari, naturalmente in nero, da milioni e milioni di euro. Di fronte a tutto ciò oggi un professionista sanitario serio ha ben poche armi per difendersi: contrariamente ai medici, infatti, non dispone di un Ordine che lo tuteli e ne sancisca la qualità del lavoro. Uno strumento come l’Ordine sarebbe utile non solo contro l’abuso di professione, ma anche per garantire corretti aggiornamenti e corsi di formazione, indispensabili per svolgere il proprio lavoro con correttezza e per essere almeno parificati alle professioni sanitarie europee.
“La richiesta di un Ordine – ha spiegato Tiziana Rossetto, vicepresidente del Conaps – non nasce dal caso, ma dal fatto che queste professioni si trovano all’interno di un’area sanitaria che necessita assolutamente di un controllo utile a garantire i pazienti in termini di professionalità, di qualità di prestazioni e servizi erogati, cioè di tutela dall’abusivismo. Per questo l’urgenza ha ormai raggiunto un livello oltre il quale non è più possibile andare. Sono quasi 15 anni che questo problema è stato posto, ora è il momento di chiudere il cerchio”.
Non solo, per il Conaps questa richiesta non esclude l’apertura e la disponibilità ad un processo più complessivo di riforma del sistema degli ordini, come richiesto dall’Ordine dei Medici al Ministro qualche tempo fa, che a quel punto sarà contemporaneo ed equo per tutti. Ma non può avvenire il contrario. Cioè che si utilizzi la necessità di una riforma complessiva degli ordini già esistenti per tentare di rimandare o far saltare l’istituzione degli ordini per le professioni sanitarie.
 
Il problema della titolarità. Oltre ai problemi che riguardano le tariffe minime, la pubblicità e la formazione, argomenti comunque importanti, non si può dimenticare anche il problema della titolarità. Ad oggi infatti, il limite di questo sistema è quello di non avere un organismo di sorveglianza sulla titolarità già acquisita. Questa assenza è il vero problema di un sistema “disordinato”, pur se regolamentato. Non dimentichiamo, aggiunge il Conaps, quelle Università che hanno reso equivalenti titoli attraverso percorsi non sorvegliati, alle autocertificazioni in base a regole troppo  generiche, proprio a causa dell’assenza di un ordine professionale. "A questo proposito – hanno concluso i rappresentanti del Conaps – chiediamo che il Ddl 1142 venga approvato subito, così come chiediamo che il processo di riforma ordinistico non impedisca il normale iter del Ddl, che non fa altro che allineare professioni già riconosciute, già regolamentate ma non ordinate, nello status quo giuridico insieme a tutte le altre professioni inserite in ordini e collegi. Per questo crediamo che il Ministro debba fare un passo in avanti, ed incontrare, come ha incontrato le professioni ordinate, anche le professioni in attesa di Ordine. Tutte le professioni curano i malati, e tutti i malati hanno diritto ad avere le medesime garanzie, e la possibilità di sentirsi tutelati nel miglior modo possibile".
E.M.

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