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Mercoledì 13 APRILE 2011
Disturbo bipolare: attenzione alle comorbidità

Ne è colpito un milione di italiani e in un caso su due il disturbo bipolare convive con altri disturbi psichiatrici. Allarme degli esperti: non confondetelo con la depressione.

Un paziente con disturbo bipolare su due convive con un altro disturbo psichiatrico: stati di ansia, abuso di droghe e alcol, per esempio. Un fenomeno che aumenta la cronicità di questa malattia, determinando spesso una prognosi peggiore in termini di durata dei sintomi e delle possibilità di remissione. È stato questo uno degli allarmi lanciati dall’undicesimo International Review of Bipolar Disorders svoltosi a Roma.“Il disturbo bipolare è in assoluto il disturbo psichiatrico che presenta il maggior numero di disturbi in comorbidità. Dati clinici ed epidemiologici dimostrano che questa patologia coesiste nel 40-60% dei pazienti con i disordini psichiatrici da uso di sostanze e lo stesso vale per gli stati d’ansia”, ha spiegato Giulio Perugi, direttore dell’Istituto di Scienze del Comportamento “G. De Lisio” di Pisa. “Questa concomitanza di patologie complica enormemente le cose: il medico ha più difficoltà nella corretta gestione del trattamento, mentre il paziente produce una maggiore tendenza alla cronicità, una maggiore difficoltà a rispondere ai trattamenti abituali e una prognosi peggiore, sia in termini di durata di sintomi sia di possibilità di remissione”. La frequente comorbidità tra disturbo bipolare e altre affezioni psichiatriche va cercata secondo l’esperto nella natura stessa della malattia maniaco-depressiva, nella quale sono coinvolti alcuni aspetti di tipo emotivo e altri psicoemotivi. Inoltre, ha precisato Perugi, “alcuni dei neurotrasmettitori coinvolti nella genesi del disturbo bipolare sono implicati anche in altri tipi di disordini psichiatrici: il sistema dopaminergico, ad esempio, il principale responsabile del controllo dei comportamenti motivati dalla ricompensa e dal piacere, è coinvolto sia nella malattia maniaco-depressiva sia nei disturbi da uso di sostanze”.
Tuttavia, a preoccupare gli esperti è anche la difficoltà di diagnosi di un disturbo che colpisce un milione di persone in Italia e secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è la sesta causa di disagio sociale nel mondo. Il disturbo bipolare è caratterizzato dall’oscillazione del tono dell’umore tra una polarità depressiva e una maniacale. Tuttavia, spesso accade che non venga presa in considerazione la possibilità che un paziente che presenta sintomi di depressione possa in realtà essere affetto da disturbo bipolare. “La depressione bipolare è molto più comune di quanto si pensasse in passato. Spesso accade che nelle forme bipolari II, con episodi depressivi importanti alternati a fasi ipomaniacali attenuate, vengano sottovalutate queste ultime perché confuse con periodi di normale iperattività, agitazione e impulsività”, ha spiegato Perugi. “Il paziente non viene quindi riconosciuto come bipolare e viene trattato solo con antidepressivi, inducendo talora una maggiore instabilità. In questi casi l’impiego di altri farmaci, come gli stabilizzatori dell’umore e gli antipsicotici atipici, invece, è molto più efficace”.

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