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Martedì 01 MARZO 2016
Medicina convenzionata. Lo Smi dice “no al servizio H16. A rischio migliaia di posti di lavoro”

Un documento, a firma del Responsabile Nazionale Smi Continuità Assistenziale, Alfredo Granito, contesta duramente il modello toscano dell'h16 su cui anche la Sisac è al lavoro. Per lo Smi con l'h16 si prevede la chiusura dei Presidi di Continuità Assistenziale dalle 24.00 in poi, mentre a loro avviso durante le ore notturne il servizio dovrebbe essere svolto solo dai Medici di Emergenza Sanitaria Territoriale (118)

La commissione SMI – Continuità Assistenziale, riunitasi nell’ambito del Consiglio Nazionale tenutosi a Tivoli lo scorso fine settimana, ha analizzato le proposte di riorganizzazione del servizio di Continuità Assistenziale verso l'h16, con orari di servizio 08.00 – 24.00, e quindi escludendo l’assistenza notturna.

Oggi, è stato reso pubblico un documento, a firma del responsabile del settore Alfredo Granito, che respinge questa eventualità e che contesta duramente il cosiddetto modello "Toscano" (vedi anche intervista a coordinatore Sisac che ha lanciato una proposta analoga). Lo Smi, quindi, ricorda che “il servizio di guardia medica (come conosciuto comunemente) anche notturno, rientra, appunto per legge, nell’ambito dei servizi previsti dai Livelli essenziali di assistenza-Lea”.

Nel documento le criticità rilevate sono particolarmente gravi per i cittadini, e non solo: per lo Smi con l'h16 si prevede la chiusura dei Presidi di Continuità Assistenziale dalle 24.00 in poi (probabilmente, aggiungono, ricollocati nei Poliambulatori di Medici di MG convenzionati), mentre a loro avviso durante le ore notturne il servizio dovrebbe essere svolto solo dai Medici di Emergenza Sanitaria Territoriale (118).

"Una ipotesi inverosimile - per il Responsabile Nazionale SMI Continuità Assistenziale, Alfredo Granito -, visto che il 118 è già in molte realtà sotto organico, in considerazione di carenze spesso non assegnate. Non solo, sono molte anche le postazioni di Emergenza senza medico e con personale che con può fare visite mediche, come quello infermieristico. Un servizio, quindi, che non solo non è pensato per quella funzione, ma che spesso per ragioni strutturali non può assolvere a tutte le richieste dei cittadini: sono infatti frequenti i casi di Medici di Continuità Assistenziale chiamati, ed utilizzati, dalle Centrali Operative dell'emergenza per intervenire sul territorio. Immaginate, quindi, le conseguenze disastrose dello smantellamento della continuità assistenziale anche sul 118".

"Non vorremmo - aggiunge Granito - che qualcuno si inventi dei provvedimenti che impongano soluzioni di ragioneria creativa magari prevedendo che 10, 20 Medici di continuità vengano sostituiti da un solo medico di Emergenza. Si perderebbero anche migliaia di posti di lavoro. Il servizio dell'Emergenza/Urgenza è una risorsa troppo importante e deve essere utilizzata in maniera congrua, non snaturata".

"I cittadini - prosegue Granito - avranno un servizio di assistenza incerto e deficitario. I Medici di CA passeranno dalle 12 ore attuali di servizio a 4 ore: dalle 20.00 alle 24.00, rendendo il ruolo della Continuità Assistenziale ancora più incerto e precario…anche economicamente. Non solo: si scaricano sul 118 compiti impropri. Infine, in questo modo non si rispetteranno gli obiettivi dei LEA, previsti in base al dettato costituzionale, e si apriranno le porte ai privati che offriranno prestazioni proprio in quelle fasce orarie. Un altro tassello di una privatizzazione dissimulata?".

"La prospettiva - conclude il responsabile - da seguire è quella di un servizio h24 a referenza distrettuale. Potrebbe essere una valida opzione nel riordino del SSN territoriale, e con gli adeguati investimenti ottenuti da un miglioramento delle cure domiciliari e con l’inibizione degli accessi impropri e dei ricoveri ospedalieri, potrebbe valorizzare le professionalità esistenti e migliorare il servizio ai cittadini.  Il prossimo banco di prova sarà il rinnovo dell'Accordo Collettivo Nazionale, l'auspicio dello Smi è che la componente pubblica e che le altre OOSS, abbandonino la nefasta ipotesi dell'H16 e che invece pongano le basi per un modello veramente nuovo, premiante, riqualificante per il servizio e fruibile dai cittadini in maniera ottimale e soprattutto che soddisfi il tanto propagandato potenziamento del territorio".
 
Lorenzo Proia

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