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Venerdì 15 APRILE 2016
Liguria. Negato ai dipendenti il tempo di vestizione, Tribunale condanna il Gaslini

Per l’Unione Sindacale di Base, che ha sollevato il caso, la sentenza “potrebbe aprire le porte a centinaia di vertenze”. Soddisfazione perché “sancito, per la prima volta nella sanità ligure”, che “il tempo di vestizione e svestizione è computabile nella nozione di orario di lavoro quando l'attività risulta eterodiretta dal datore di lavoro”.

“L'11 aprile 2016, la D.ssa M.G.Dito, giudice del Tribunale di Genova, sez. Lavoro, ha condannato l'Istituto Gaslini a risarcire con 5.850 euro a cui aggiungere interessi e spese legali, il ns. delegato Rsu nella vertenza pilota per il c.d.’Tempo di vestizione’ negato ai lavoratori”. A darne notizia è un comunicato dell’Unione Sindacale di Base, in cui si spiega che, tuttavia, il risultato non è definitivo poiché il giudice avrà ora 60 gg di tempo per depositare le motivazioni della sentenza ed i lavoratori decideranno come proseguire questo percorso “che potenzialmente potrebbe aprire le porte a centinaia di vertenze”.

Tuttavia, per il sindacato si tratta di un risultato importante perché “è stato sancito, per la prima volta nella sanità ligure, ciò che in questi anni in molte aule di tribunale ed in diverse sentenze di Cassazione è stato ribadito: ‘Il tempo di vestizione e svestizione è computabile nella nozione di orario di lavoro quando l'attività risulta eterodiretta dal datore di lavoro’”

Inoltre, aggiunge l’USB, “questa vertenza ci permette di porre due riflessioni. In Liguria la dirigenza P.A. In maniera molto arrogante, non ascolta ormai più le istanze, a volte anche di semplice buonsenso, dei lavoratori optando spesso per accordi di comodo con sindacati complici. Quindi il lavoratore si trova costretto a ricorrere alla magistratura con sperpero di denaro pubblico.
Si è creato nel corso degli anni un meccanismo di assenza di ascolto da parte della dirigenza pubblica che poi affida a legali esterni alla PA ogni tipo di vertenza pur avendo ogni azienda un ufficio legale”.

Dall’Usb appello “alla politica” affinché intervenga “per porre freno a questa emorragia di denaro pubblico in avvocati con il solo fine di negare sacrosanti diritti ai lavoratori”.

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