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Venerdì 06 MAGGIO 2016
Tumore al pancreas. Pinto (Aiom): “Deve essere affrontata in strutture sanitarie che trattano ogni anno un numero sufficiente di casi”

Se ne è discusso nel convegno nazionale Advances in Oncology a Verona. La garanzia di un’adeguata diagnosi e cura richiede  la definizione di percorsi diagnostici-terapeutici organizzati in rete e con centri di riferimento definiti per competenze professionali, volumi di attività e tecnologie disponibili" ha dichiarato Carmine Pinto a margine dell'evento

“Troppi interventi chirurgici contro il tumore del pancreas sono svolti in strutture che ne svolgono meno di 20 l’anno. Si tratta del numero minino raccomandato dalle linee guida internazionali e dalle istituzioni sanitarie italiane. La garanzia di un’adeguata diagnosi e cura richiede invece la definizione di percorsi diagnostici-terapeutici organizzati in rete e con centri di riferimento definiti per competenze professionali, volumi di attività e tecnologie disponibili”. E’ questo l’appello lanciato dagli esperti riuniti a Verona per il convegno nazionale Advances in Oncology focus sul carcinoma del pancreas. L’evento vede la partecipazione dei più importanti esperti sulla neoplasia e di diversi rappresentanti delle associazioni di pazienti.

“La chirurgia del cancro al pancreas è estremamente complessa - afferma Carmine Pinto, presidente nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) -. Richiede un approccio multidisciplinare e una formazione di equipe che possono essere garantiti solo in centri ad ‘alto volume’ che trattano ogni anno un numero sufficiente di casi. Da un’indagine svolta su OncoGuida, che è il servizio di informazione per malati del Ministero della Salute-ISS e AIMaC, emerge invece una realtà diversa. Alcune Regioni non hanno nemmeno una struttura sanitaria che rispetta questi parametri. Per garantire la migliore assistenza possibile a tutti è necessario prevedere una sempre maggiore collaborazione tra i centri”.

“E’ una neoplasia particolarmente insidiosa - aggiunge Claudio Bassi, Direttore dell’Istituto del Pancreas dell’Azienda Ospedaliera di Verona e co-presidente del convegno nazionale organizzato nella città scaligera -. Colpisce ogni anno 12.500 italiani e nonostante la sua bassa incidenza ha una mortalità molto elevata. Non esiste uno screening per individuare diagnosi precoci e quindi siamo costretti ad intervenire quando la situazione è già complessa con interventi gravati da molte e pericolose complicanze. Per tutti questi motivi non è più accettabile che alcuni pazienti siano operati in centri che svolgono uno o due interventi l’anno. Solo attraverso la giusta specializzazione si può curare la patologia”.
 
“Oggi dopo cinque anni dalla diagnosi del cancro sopravvive il 7% degli uomini ed il 9% delle donne - sottolinea Giampaolo Tortora, Direttore dell’Oncologia Universitaria e dell’Azienda Ospedaliera di Verona e co-presidente del convegno -. Diagnosi tardive, pochi sintomi evidenti e la velocità di evoluzione del tumore sono le principali cause per cui abbiamo ancora esiti infausti. Oltre la metà dei casi viene diagnosticata quando la malattia è già in fase metastatica. Se vogliamo dare nuove speranze ai pazienti è necessario riorganizzare anche l’attuale sistema di cure e investire maggiori risorse nella ricerca medico-scientifica”.
 
Lorenzo Proia

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