quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 18 MAGGIO 2016
Cancro alla prostata. Con terapia anti-androgena e radioterapia diminuisce la progressione

Una breve terapia a base di farmaci che inibiscono la produzione degli androgeni ridurrebbe la progressione della malattia oncologica negli uomini che hanno un aumento dei livelli di PSA (antigene prostatico specifico) a seguito dell’intervento di rimozione della prostata. È quanto sostiene uno studio francese pubblicato da Lancet Oncology.

(Reuters Health) - “Quale sia il miglior modo di trattare l’aumento del PSA dopo prostatectomia è ancora una questione dibattuta – afferma Christian Carrie del Centre Leon Berard di Lione, autore principale dello studio. -Circa un terzo dei pazienti avranno una recidiva e poco meno di metà dei malati non avrà metastasi per 10 anni”. Anche se la radioterapia ritarda il bisogno di terapie più aggressive, come la soppressione degli androgeni a lungo termine, “meno di metà dei pazienti beneficiano di questo trattamento”, hanno scritto i ricercatori francesi.
 
Lo studio
Per valutare l’effetto di una breve terapia anti-androgena associata a radioterapia sulla riuscita del trattamento e sulla sopravvivenza, Carrie e colleghi hanno condotto un trial clinico di fase 3 multicentrico e randomizzato (GETUG-AFU16). Per la sperimentazione sono stati scelti uomini che avevano un aumento del PSA tra 0,2 e 2 mcg/L dopo un intervento chirurgico, situazione in cui il PSA non sarebbe rintracciabile. In tutto, sono stati presi in considerazione 374 pazienti che si sono sottoposti a radioterapia, cinque giorni a settimana per sette settimane, e 369 che oltre alla radioterapia sono stati trattati con goserelina, un farmaco che inibisce la produzione di androgeni, somministrata per via sottocutanea il primo giorno di radioterapia e una seconda volta dopo tre mesi.

I risultati
Dai dati raccolti è risultato che l’80% dei pazienti che oltre alla radioterapia erano stati trattati con goserelina erano meno interessati da una progressione biochimica o clinica della malattia a cinque anni di distanza, contro il 62% dei pazienti trattati con la sola radioterapia. Gli effetti collaterali tardivi sono stati gli stessi tra i due gruppi, mentre i più frequenti eventi avversi correlati al trattamento con goserelina sono state le vampate di calore e la sudorazione. I più comuni effetti avversi gravi a lungo temine sono stati invece problemi all’apparato genitourinario e disturbi della sfera sessuale.

Fonte: Lancet Oncol 2016

Marilynn Larkin

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

© RIPRODUZIONE RISERVATA