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Lunedì 23 MAGGIO 2016
Osteopati e chiropratici. Un riconoscimento dovuto, soprattutto per la tutela dei cittadini



Gentile Direttore,
sul suo quotidiano si continua leggere lettere a lei inviate di protesta contro il riconoscimento delle professioni di osteopata e chiropratico all’interno del DDL del Ministro Lorenzin. Ora Le domando Direttore, ma in tutti i Paesi del mondo in cui le due arti sanitarie sono riconosciute e regolamentate hanno avuto al Governo degli emeriti incompetenti?
 
Capisco lo scetticismo verso i governanti italiani, d’altra parte ne leggiamo di ogni tutti i giorni, però lei non pensa che sarebbe molto più incisiva una sua intervista in cui si fa spiegare nel dettaglio i passaggi dalla politica italiana?
 
Potrebbe farsi fare una relazione dalla Senatrice De Biasi, relatrice della legge e promotrice degli emendamenti per l’osteopatia e la chiropratica o diversamente, una relazione dai tecnici del Ministero?
 
L’osteopatia è presente sul territorio italiano dal 1980, è stata insegnata a tantissimi professionisti della sanità in primis ai fisioterapisti che, se l’avessero già tra le loro competenze, l’avrebbero studiata nei corsi di laurea presso le Università e non come tutti noi, attraverso corsi di tipo universitario, ma privati e non riconosciuti.
 
Finalmente si potrebbe, nel giro di breve tempo, risolvere il vuoto legislativo all’interno del quale non potrà che far proliferare corsi con le formazioni più svariate e osteopati non adeguatamente formati. Credo che se uno dei principi della politica sia quello di tutelare i cittadini pur con l’eccellenza che l’osteopatia italiana ha saputo fin qui dimostrare, attualmente il cittadino italiano dal vuoto legislativo non è tutelato.
 
Francesco Scolaro
Presidente Comitato per il riconoscimento dell’Osteopatia (Cro)
 
 
Gentile presidente,
le ragioni della senatrice De Biasi sono state già ampiamente riportate sul nostro giornale, sia nella mia intervista alla presidente che nella cronaca dei suoi interventi in Aula e in Commissione da noi fedelmente riportati.
 
Per quanto riguarda il ministero della Salute, come è noto, l’emendamento è un’iniziativa parlamentare e non governativa, ma in risposta al suo quesito posso riportare quanto dichiarato nei giorni scorsi a Rimini alla convention Fnomceo, dal Direttore delle risorse umane e delle professioni sanitarie del ministero della Salute Rossana Ugenti che ha riconosciuto come, al di là dei dettagli normativi previsti dall’emendamento del Senato (e non del Governo, ha precisato lei stessa), il ministero ritiene in ogni caso utile che le professioni di osteopata e chiropratico trovino un loro assetto normativo riconosciuto nell’ambito delle professioni sanitarie, prima di tutto a tutela del cittadino.
 
Cesare Fassari

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