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Mercoledì 22 GIUGNO 2016
Lazio. La denuncia dello Smi: “Regione ostacola riorganizzazione medicina territoriale”

Il sindacato denuncia “una grave inefficienza della macchina amministrativa nel processo messo faticosamente in atto dai Medici di Medicina Generale impegnati a trasformare, a loro spese, gli attuali studi dislocati in sedi multiple, in Unità di Cure Primarie (UCP) a sede Unica”.

“Periste una grave inefficienza della macchina amministrativa regionale che mostra lacune ed incapacità nella gestione del processo messo faticosamente in atto dai Medici di Medicina Generale (Mmg) del Lazio impegnati a trasformare, a loro spese, gli attuali studi dislocati in sedi multiple, in Unità di Cure Primarie (UCP) a sede Unica”. Lo afferma Cristina Patrizi, responsabile Area Convenzionata Smi-Lazio.
 
“Nonostante la prima diffida inviata lo scorso 30 maggio dallo Smi”, aggiunge Cristina Patrizi, “la regione Lazio, con il suo organismo tecnico “LazioCrea”, non si è mostrata all'altezza degli iter amministrativi necessari a sostenere il processo in questione. Ciò si è tradotto in penalizzazione economica persistente, ingiustificata e persino priva di riferimenti autorizzativi e amministrativi formali”.
 
Questo atteggiamento, che non sarebbe accettabile in nessun Paese europeo comporta l'impossibilità a procedere con la trasformazione ed il riordino dell' Assistenza Territoriale. 
 
Pertanto SMI-Lazio ha dato mandato ai suoi legali di procedere con le necessarie azioni giudiziarie “per il riconoscimento delle specifiche responsabilità di questa vicenda, che vede penalizzati i Mmg e i cittadini che avrebbero potuto giovare di un nuovo assetto territoriale (oltre 300 UCP a sede UNICA). Si  interrompe, così, il processo di riorganizzazione della rete territoriale”, conclude Cristina Patrizi.

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